Nel weekend centrale di luglio la programmazione cinematografica, ormai risicata, propone un blockbuster di provenienza americana e di livello più che discreto, oltre a una pellicola espressione del giovane cinema indie.
USS Indianapolis, di Mario Van Peebles (figlio di Melvin, uno tra i primissimi registi di colore a riscuotere un certo successo e credito negli anni Settanta), racconta, nello stile del “war disaster movie”, l’affondamento da parte delle forze giapponesi al largo delle Filippine dell’incrociatore USS Indianapolis, che nel 1945, alla fine del secondo conflitto mondiale, trasportava con la massima segretezza una delle bombe destinate a determinare la risoluzione dello stesso. La nave militare era il simbolo dell’orgoglio nazionale e della potenza bellica americana: la sua repentina, inattesa e tragica uscita di scena provocò un serio contraccolpo a livello di opinione pubblica per ciò che riguardava l’immagine dell’inattaccabilità a stelle e strisce. USS Indianapolis mette al centro della narrazione, purtroppo alquanto convenzionale e stereotipata in situazioni, scelte di regia, dialoghi, la figura del capitano Charles Butler McVay (Nicolas Cage), maschera fin troppo impenetrabile dal momento che uno degli obiettivi mancati del film è proprio quello di porne in rilievo l’efficienza e l’eroismo ma anche l’assoluta umanità. Il cast variegato e di ottimo livello che ruota intorno a Cage e al suo personaggio (vedi, ad esempio, Tom Sizemore nei panni del “cattivo” ufficiale capo McWhorter) non riesce ad alzare più di tanto il livello complessivo della pellicola, che rimane entro i confini risicati del genere cui appartiene, senza mai spiccare il volo.
Ry Russo-Young (classe 1981), esponente del giovane cinema indipendente e autoprodotto, filma in Prima di domani – dal romanzo bestseller per teeneger di Lauren Oliver “E finalmente dirò addio”, edito nel 2010 – la strana storia di Samantha (Zoey Deutch), che un giorno si sveglia e poi continua a risvegliarsi rivivendo, apparentemente all’infinito, la stessa identica giornata: un incubo, ma solo in superficie. In realtà il Destino (o il Fato, alla maniera degli antichi greci) la sta semplicemente mettendo alla prova, offrendole la possibilità di crescere e cambiare, di trovare nella sua esistenza ciò che è davvero importante al di là della vuota ritualità in cui è immersa, come molti altri ragazzi della sua età. Film di formazione, teen-movie abbastanza originale e non scontato, Prima di domani riprende lo spunto della circolarità del tempo già protagonista di pellicole quali Sliding Doors, The Family Man, Giulia e Giulia, Smoking/No Smoking, per imbastire un discorso che aspira ad essere filosofico su tempo e vita, destino e libero arbitrio. Forse, a tratti, pecca di eccessiva ambizione, ma vale un plauso all’idea e allo sforzo realizzativo.
Barbara Rossi