In contemporanea con il Festival di Cannes 2024, il cinema Multisala Kristalli di via Parini 17 ad Alessandria, in collaborazione con l’Associazione di cultura cinematografica e umanistica La Voce della Luna, propone nelle serate di venerdì 24 e sabato 25 maggio, alle ore 21, due proiezioni speciali del film in concorso “Marcello mio”, di Christophe Honoré, con protagonista Chiara Mastroianni. 

Entrambe le proiezioni verranno introdotte e commentate da Barbara Rossi, critica cinematografica e presidente dell’Associazione La Voce della Luna, autrice di una biografia su Marcello Mastroianni (prossima uscita, editore Gremese), in occasione del centenario dalla nascita del grande attore e divo internazionale.
Info: 0131/341272; email: [email protected]

Il film

L’ultimo saluto di una figlia al padre. Con la complicità di Catherine Deneuve, l’amore per il cinema e la firma di Christophe Honoré. Chiara Mastroianni, circondata da ogni parte dalla figura del padre, decide di farlo rivivere attraverso sé stessa. Si fa chiamare Marcello, si veste come lui e insiste per essere considerata un attore. Tutti intorno a lei pensano che si tratti di uno scherzo temporaneo, ma Chiara è decisa a non rinunciare alla sua nuova identità… 

Chiara Mastroianni, 51

La protagonista

Chiara Mastroianni, figlia d’arte, è nata dall’unione di Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve. Dopo un’infanzia che lei definisce “…gioiosa e ovattata, in cui il cinema rimaneva quasi sempre fuori dalla porta”, a 20 anni si iscrive alla facoltà di Lettere e Cinema. Ma presto l’abbandona per imparare l’arte della recitazione direttamente sul campo. Il suo debutto è diretto da André Téchiné in “Ma saison preferée – La mia stagione preferita” (1993), in cui ha una piccola parte accanto alla madre e a Daniel Auteil. Dopo aver condiviso il set con il padre in “Prêt à
Porter” (1994) di Robert Altman e “Tre vite e una sola morte” (1996) di Raúl Ruiz, ha lavorato con alcuni dei registi di maggior spicco del nuovo cinema francese, ma ad imporla agli occhi della critica sono stati lo stesso Ruiz con “Il tempo ritrovato” (1999) e Manoel De Oliveira con “La lettera” (1999).
Della sua condizione di figlia d’arte dice: Sono fiera di essere figlia di due attori che hanno fatto il loro mestiere con tanta passione (…) la mia scelta di seguire le loro orme non è stata una sfida, anche se so che i paragoni mi seguiranno per tutta la vita”.

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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