San Salvatore Monferrato.
I Carabinieri della Stazione di San Salvatore Monferrato hanno denunciato per sostituzione di persona, truffa e ricettazione in relazione a uso di sigilli e strumenti di pubblica autenticazione due cittadini italiani conviventi, un uomo di 26 anni e una donna di 39, entrambi con analoghi precedenti di polizia, ritenuti dei veri “professionisti della truffa”. Le indagini hanno avuto inizio a seguito della , denuncia sporta da un abitante del luogo che aveva ricevuto dalla compagnia telefonica Vodafone una fattura relativa ad un contratto, attivato presso un negozio di Alessandria, che in realtà egli non aveva mai stipulato. Dagli accertamenti effettuati dai Carabinieri presso il negozio Vodafone risultava che il contratto era stato stipulato erroneamente a nome dell’uomo, ma in quello stesso frangente i militari venivano a conoscenza che a nome della stessa persona risultava attivo un contratto per linea Adsl, stipulato il 28 dicembre scorso, con tanto di copia dei documenti di riconoscimento della persona. I militari acquisita tutta la documentazione ascoltavano nuovamente la vittima, che disconosceva anche l’ulteriore contratto, sul quale erano riportati indirizzo mail, un numero di telefono di riferimento e un codice Iban sul quale avere l’addebito che non erano suoi. E proprio partendo da tali dati, i militari arrivavano alla 39enne, inquilina del denunciante, la quale aveva affittato un alloggio di proprietà della vittima e, verosimilmente aveva utilizzato i documenti serviti per stipulare il contratto di affitto per attivare sotto falso nome la linea Adsl, a spese del suo proprietario di casa. Visti i precedenti della donna e del suo convivente, i militari richiedevano all’A.G. un decreto di perquisizione e lo scorso 24 gennaio si presentavano presso l’abitazione dei due, dove rinvenivano e sequestravano la “Sim” Vodafone in questione, un contratto di abbonamento Adsl a nome della vittima, le fotocopie a colori dei documenti di identità della vittima, vari timbri in gomma del Comune di Milano e di alcune società e federazioni calcistiche estere, dei ritagli di fogli che riportavano le firme originali di persone al momento sconosciute, due tessere plastificate intestate ad enti pubblici riportanti le foto dei due, ma con dati anagrafici di altre persone, un computer che aveva in memoria la scansione di alcune firme comprese alcune di pubblici ufficiali di alcuni uffici comunali. Le indagini proseguono al fine di accertare eventuali ulteriori reati commessi dalla coppia ai danni di altre ignare vittime.