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La Polizia di Stato segnala alcuni recenti fenomeni di illegalità che si verificano a mezzo di comunicazioni via WEB:
1) il primo consiste nella diffusione del virus ‘Crypto Locker’; si tratta di un malware diffuso mediante l’invio di files allegati a messaggi di posta elettronica. Tali files si presentano in apparenza come formato pdf ma, alla loro apertura, il virus agisce sui documenti presenti nella memoria del computer attaccato e, sostanzialmente, cripta i files in esso memorizzati, non consentendo più al titolare di poterli riaprire.
In alternativa al file allegato come pdf, molto spesso, il messaggio di posta elettronica contiene un link verso un sito infetto dove, in pratica, il virus agisce sui files nel modo sopraindicato.
Al momento, l’unica protezione possibile è la prevenzione ed è, pertanto, consigliabile un sistematico backup dei dati e, comunque, di non aprire files allegati che giungono da account sconosciuti o comunque inaspettati (anche se molto spesso presentati come copia di fatture o documenti vari) oltre a non raggiungere il sito eventualmente indicato sul link presente nelle e-mail provenienti da sconosciuti o da soggetti conosciuti che, tuttavia, hanno, a loro volta, inoculato il virus in questione. 
2) Si sta denotando, in secondo luogo, un fenomeno truffaldino ai danni di aziende presenti su questo territorio che sono dedite anche ad attività di export.
In pratica, avviene che, a seguito di forniture verso clienti sedenti all’estero, la ditta italiana non vede accreditata la somma quale corrispettivo della propria fornitura. Alla richiesta di spiegazioni al cliente, questi esibisce messaggi di posta elettronica giuntigli da soggetti estranei (truffatori) i quali, con tempismo perfetto, intervengono prima del pagamento dei corrispettivi e, sostituendosi alla ditta fornitrice, indicano nuove coordinate bancarie dove far confluire le somme dei corrispettivi medesimi.
Anche in questo caso la difficoltà di rientrare in possesso delle somme indebitamente dirottate è quasi impossibile, anche perchè le stesse vengono immediatamente prelevate e comunque, molto spesso, confluiscono su conti esteri.
Si suggerisce alle ditte, eventualmente interessate, di avvertire, preventivamente, i loro contatti affinché verifichino eventuali cambi di coordinate bancarie, verifica che dovrà avere luogo attraverso canali alternativi alla posta elettronica (es. whatsApp, facebook ecc.), poiché, molto spesso, in maniera distratta, tale verifica avviene proprio rispondendo direttamente all’account di posta che chiede di spostare le coordinate bancarie.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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