Un primo bilancio del tornado di settimana scorsa su Alessandria e dintorni, con danni devastanti: mais completamente “cimato”, compromesso e irrecuperabile, grano allettato e raccolto perduto, alberi sradicati e strutture scoperchiate. La situazione più pesante in frazione San Michele (foto), dove gli ‘effetti della tropicalizzazione’ hanno colpito in modo drammatico.
Dice Sergio Panizza, agricoltore e allevatore di San Michele, 700 capi bovini da carne e una lunga storia aziendale: “Episodi di questa violenza non ne ricordo, la grandine ha sempre fatto paura, ma questa è un’altra cosa. Dieci minuti di puro terrore. E poi 60 ettari di grano e 40 di mais perduti: erano la base per il foraggio dei nostri animali. Un danno doppio, perché saremo costretti ad acquistare mangime fuori dall’azienda senza la certezza della qualità”.
La situazione
Non si raccoglierà più nulla. Danni ben visibili a colture e strutture, manichette per l’irrigazione accartocciate, alberi spaccati e sradicati, aggravando una situazione che, nei primi 6 mesi, ha contato sull’Italia 1.347 eventi estremi (analisi Coldiretti-Eswd).
Spiega Mario Castelli, Delegato Giovani Impresa Alessandria: “La tropicalizzazione spaventa e si allungare la lista dei danni. Siamo molto preoccupati: le alte temperature estive asciugano acqua e buona parte del fango, ma lasciano ‘desolati’ decine e decine di ettari, compromessi con perdite sino al 100%. Con l’incognita per le colture sottoterra (patate), dove l’acqua è rimasta in superficie si è surriscaldata, con il rischio concreto di muffe e malattie. A tutto ciò si aggiunge il rischio di “spacco”, causato dall’eccesso di acqua in fase di maturazione: rendono il prodotto non vendibile”.
I danni
Il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco chiarisce: “Da una prima stima si contano danni per diversi milioni di euro: prima il Casalese e la Valcerrina, poi l’Alessandrino. Chiediamo alla Regione tempi brevi per i risarcimenti. Dobbiamo difendere il nostro patrimonio agricolo”.
Gli fa eco il direttore Roberto Bianco: “C’è una tendenza alla tropicalizzazione con cui dobbiamo fare i conti. L’agricoltura è il settore più esposto e paga il conto più salato: non possiamo mettere a rischio la nostra capacità di produrre cibo. Il ministero dell’Agricoltura ha chiesto alla UE di attivare misure eccezionali previste dalla riserva di crisi”.