L’Espulsione Amministrativa per Motivi di Ordine Pubblico e Sicurezza Nazionale è una prerogativa dell’Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza, Signor Ministro dell’Interno, che, avvalendosi delle Informazioni veicolate dalla sua propaggine operativa in loco, il Questore della Provincia, adotta un provvedimento imperativo di allontanamento dallo Stato e, di conseguenza, dall’intera area Schengen, di uno straniero che, parimenti, avrebbe titolo a permanere sul territorio italiano.
In tale ottica appare chiaro come, trattandosi sovente di Diritti costituzionalmente garantiti, quali il Diritto alla genitorialità ovvero alla conduzione delle vita lavorativa, l’espulsione in argomento deve necessariamente sostenersi su basi inequivocabilmente ed oggettivamente ineccepibili, con particolare riferimento all’Ordine Pubblico ed alla Sicurezza Nazionale.
La Polizia di Stato, insieme all’Arma dei Carabinieri, ha monitorato costantemente il soggetto e, poi, dato esecuzione all’espulsione emessa dal Sig. Ministro dell’Interno nei confronti di NAIMI Mounir, marocchino radicalizzato alla professione di fede islamica.
L’espulsione era stata proposta dal Questore della Provincia di Alessandria, Michele Morelli, per l’estrema pericolosità dello straniero sotto il profilo dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica.
Il soggetto, scarcerato la mattina, nel pomeriggio è stato accompagnato sul volo con partenza da Milano Malpensa e diretto a Casablanca, dove è stato messo a disposizione delle Autorità Locali.
La persona era detenuta in quanto aggressore di due operatori delle Volanti di Alessandria che ne hanno proceduto all’arresto lo scorso 24 novembre.
Per le modalità della condotta tenuta in quest’ultima occasione, e per le potenzialità offensive dimostrate, tutte opportunamente enucleate e partecipate all’Autorità Giudiziaria, il Giudice, sposando le tesi degli investigatori, ha ritenuto imprescindibile l’adozione della Misura Cautelare Personale della Detenzione in Carcere, supportando l’attualità e il grado di pericolosità del soggetto con le seguenti motivazioni (tratte dall’Ordinanza di convalida dell’arresto): … aveva detto loro: “Non vi dovete avvicinare, io parlo solo con il mio Dio”. Lo stesso era poi salito in piedi su una panchina urlando “Allah Akbar”, spaventando i passanti. Alla vista dell’arrivo di un secondo equipaggio, in ausilio alla prima volante, Naimi – lungi dal tranquillizzarsi – aveva mimato con la mano, in maniera inequivoca, il gesto di sgozzare sia gli agenti operanti sia … omissis …, continuando a pronunciare ad alta voce frasi inneggianti Allah e a profferire minacce di morte. Non appena gli agenti si erano avvicinati per perquisirlo, Naimi aveva fatto il gesto di toccarsi il petto, urlando “BUUMMM”, lasciando intendere la presenza di una cintura esplosiva sotto il giubbotto.
A quel punto, attesa la presenza di numerosi passanti e non potendo escludere che l’uomo disponesse effettivamente di materiale esplosivo, gli agenti, con coraggio, sono intervenuti per immobilizzare e perquisire Naimi e questi, nel tentativo di impedirlo, aveva colpito al volto l’agente … omissis …, cagionandogli lesioni personali giudicate guaribili in giorni tre. …
NAIMI Mounir, soggetto con precedenti per stupefacenti e particolarmente violento, anche in ambito familiare (moglie italiana da cui è divorziato e i figli minorenni, 13 e 9 anni) si era evidenziato nell’ultimo periodo per avere posto in essere una serie di azioni criminose legate alla sua visione distorta della religione islamica.
Il soggetto è stato monitorato e costantemente contrastato, sia dall’U.P.G. e S.P.- Nucleo Volanti della Questura Alessandrina, che del Reparto Radiomobile del Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri, oltre che dalle varie forze di polizia dislocate sul territorio, ma soprattutto d’interesse primario sono risultati i canali dell’agire civico, ovvero i referenti dei Centri di Cultura Islamica, le Istituzioni Ecclesiastiche locali e cittadini comuni che sapientemente hanno lamentato, anche fiduciariamente agli Organi preposti, aggressioni e atti ritorsivi ovvero atteggiamenti di indubbia valenza per l’analisi dei prodromi di radicalizzazione sul soggetto.
Si evidenzia come gli investigatori della D.I.G.O.S. abbiano ritenuto che il profilo del soggetto ben si attagliasse alla figura del cd. Lupo Solitario pronto a colpire da un momento all’altro.
Mounir si era evidenziato in particolare per una serie di episodi allarmanti, di cui numerosi avvenuti nel corso dell’ultimo periodo.
Durante un controllo dei Carabinieri di Sezzadio (AL), avendo posteggiato l’autovettura in malo modo, il NAIMI aveva iniziato a parlare in arabo. Invitato a rendere comprensibile il suo sfogo “sorridendo in modo strafottente rispondeva: “è l’ora del profeta, verrete tutti sottomessi perché infedeli e le vostre donne saranno nostre schiave” “la vostra religione e società saranno cancellate, sottomesse e l’intero mondo sarà sotto la guida di Allah”. “La jihad vi annienterà”.
Il Mounir è in più occasioni giunto a tacciare di ipocrisia e di eccessiva moderazione i suoi correligionari, destando grande preoccupazione presso la Comunità Islamica locale, spaventata di poter incorrere in gesti eclatanti anche all’interno dei Centri di Preghiera.
Ed è proprio all’interno dei Centri di Preghiera che il soggetto si è reso responsabile di azioni violente ed aggressioni di vario genere, arrivando a minacciare di morte il responsabile proferendo la frase ““TI TAGLIO LA TESTA E LA OFFRO AD ALLAH!”.
Le minacce di morte non hanno risparmiato neanche i suoi correligionari per ragioni sempre legate alla sua visione radicale, quali l’acquisto di alcolici o non avere versato a lui la Zakat per la Moschea.
Diffusa era la voce presso la locale Comunità Islamica che il soggetto fosse alla ricerca di una sciabola per dare seguito alle sue minacce.
Le sue incursioni non hanno risparmiato neanche la Comunità Ecclesiastica Locale, avendo il soggetto in più occasioni disturbato le funzioni religiose presso alcune Chiese del Centro Cittadino, arrivando ad aggredire uno dei fedeli, reo di non volersi convertire e tacciandolo come infedele.
In una delle sue incursioni i fedeli, presenti permanevano dentro la Chiesa, chiudendo il portone.
La sua indole violenta si è accanita anche contro la ex moglie e i suoceri, per essersi opposti alla sua volontà di vedere il figlio più piccolo (con il grande ci aveva ormai rinunciato) e riottenere la dovuta influenza su di lui per poterlo condurre alla corretta professione della fede islamica.