Solo poche ore dopo un’aggressione ad un poliziotto penitenziario, un nuovo episodio violento ha visto coinvolta la struttura detentiva della Granda. Lo Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: Lunedì pomeriggio un detenuto 30enne italiano ha chiamato l’agente di sorveglianza per farsi accendere una sigaretta: era in in isolamento, privato dell’accendino dopo aver appiccato un incendio alla cella. Subito dopo avergli acceso la sigaretta, l’Agente è stato raggiunto da un violento e immotivato schiaffone al volto che gli ha causato la perforazione del timpano e un trauma cranico. Tale detenuto, in prigione dal 2018, è già stato protagonista di oltre 500 episodi violenti e tentata evasione, più volte trasferito per motivi di ordine e sicurezza nei penitenziari di mezza Italia. La domanda è: il carcere è la soluzione per un soggetto del genere? Può fare un percorso di redenzione e reinserimento?”

Risposta da semplice cittadino: no, per lui ci vogliono i lavori forzati. Senza fumare.

Il segretario generale del SAPPE, Donato Capece, annuncia: Il SAPPE lancia un appello forte e chiaro alle istituzioni, chiedendo l’immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia, sottolineando la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti. Soggetti come questo non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’art. 14 bis dell’Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa”.

Un taser, ormai necessario per le guardie carcerarie

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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