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I Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Alessandria hanno denunciato per simulazione di reato una cittadina ecuadoriana di 25 anni e per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti la stessa ragazza e il suo fidanzato anche lui di 25 anni, pluripregiudicato, entrambi residenti ad Alessandria. La vicenda aveva inizio nel pomeriggio del 4 agosto quando alla centrale operativa dei Carabinieri scattava l’allarme perché c’era stata una rapina all’interno di un’agenzia di viaggi di via Vochieri. Sul posto si recava subito una pattuglia per raccogliere le prime informazioni sul fatto e la descrizione dei malviventi che venivano fornite a tutte le altre pattuglie presenti in città per le ricerche. Sul posto si recavano anche i militari del Nucleo Operativo della Compagnia e del Nucleo Investigativo per i rilievi all’interno dell’esercizio commerciale. Veniva così ricostruito che la donna, dipendente dell’agenzia di viaggi, aveva lavorato nel locale già dalla mattina e riferiva ai militari intervenuti che verso le 14.30 erano entrati due uomini di colore per chiedere informazioni sui voli aerei per Tenerife. Diceva poi che uno dei due la afferrava per i polsi e la spingeva nel bagno del locale dove la chiudeva dentro, sentendo poi dei rumori come se stessero rovistando nel locale. Sentito che non c’era più nessuno nel locale, forzava la porta del bagno e usciva verificando che i due, a suo dire, avevano sottratto la somma di 3000 euro, ovvero l’incasso della giornata, e un computer di proprietà del titolare. La donna chiamava così il fidanzato che si trovava nelle vicinanze per lavoro, il quale si recava su posto e richiedeva l’intervento dei Carabinieri. La vicenda è sembrata subito molto strana ai militari per una serie di incongruenze nei racconti della donna che inizialmente aveva parlato di due nordafricani e non di due uomini di colore e perché era sembrato strano che la donna fosse riuscita a liberarsi con troppa facilità dal bagno ove era stata rinchiusa. Inoltre, la avevano rinchiusa senza farsi indicare dove fossero i soldi e c’erano alcune discordanze sugli orari che riferiva la 25enne. La ragazza veniva così accompagnata in caserma dove presentava la denuncia per la rapina subita, ma veniva subito dopo messa alle strette contestandole le incongruenze rilevate e informandola che dai filmati acquisiti dalle telecamere della Camera di Commercio, che si trova proprio di fronte all’agenzia di viaggi, non si vedeva nessun uomo di colore entrare nel locale. A quel punto la donna scoppiava in lacrime, confessando di avere simulato la rapina perché la sera prima aveva perso il denaro dell’incasso, ovvero i 3000 euro, e non sapeva come restituirli al titolare, decidendo di denunciare una finta rapina in modo da non subire conseguenze sul posto di lavoro. Confessava di avere buttato il computer portatile all’interno di un cassonetto della spazzatura, accompagnando i militari sul posto che lo ritrovavano e lo sequestravano. Inoltre, veniva anche eseguita la perquisizione della sua abitazione, che condivide con il fidanzato, all’interno della quale venivano trovati una pianta di marijuana alta circa un metro, 14 grammi di hashish e due bilancini di precisione, motivo per i quali venivano entrambi denunciati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e la sola donna per la simulazione di reato.
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I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Alessandria e della Stazione di Castellazzo Bormida intervenivano alle ore 23.30 del 4 agosto a Carentino presso una fonderia, dove viene lavorato bronzo e ottone, perché personale della vigilanza privata aveva segnalato un furto in atto nella struttura. In particolare venivano notati, tramite le telecamere di sorveglianza poste all’interno della ditta, 5 uomini che si aggiravano per i locali e che avevano preso a bastonate gli allarmi sonori e li avevano manomessi per evitare che continuassero a funzionare, non accorgendosi di essere ripresi in ogni loro movimento. Le due pattuglie si muovevano rapidissime e giungevano sul posto in brevissimo tempo ma probabilmente, avendo sentito i rumori delle auto di servizio, i cinque si allontanavano perché quando i militari entravano nella ditta non trovavano più nessuno, accertando che i ladri erano entrati da una porta posteriore che era stata forzata. Il rapidissimo intervento delle pattuglie consentiva però di interrompere l’azione delittuosa nella fonderia, che in passato era già stata oggetto di furti e quindi particolarmente attenzionata dai militari. Venivano così messi in fuga i malviventi senza che gli stessi si fossero impossessati di nulla perché non ne avevano avuto il tempo. Le pattuglie intervenute controllavano anche le vie della zona per cercare i mezzi con i quali i cinque erano arrivati sul posto, non trovando alcun veicolo perché probabilmente lasciato a distanza dal luogo del tentato furto.
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I Carabinieri della Stazione di Solero hanno denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e sottrazione di cose sottoposte a sequestro un cittadino italiano di 39 anni, pluripregiudicato, residente ad Alessandria. I militari fermavano l’uomo alle 10.00 circa del 4 agosto all’altezza del casello autostradale Alessandria Ovest mentre era alla guida di uno scooter, verificando che era sprovvisto di targa. Inoltre l’uomo era sprovvisto di assicurazione e di tutti i documenti di guida e circolazione e, contestatigli i fatti che comportavano numerose sanzioni amministrative, il 39enne cominciava a innervosirsi dicendo ai militari che lui doveva andare via perché aveva un impegno urgente con un amico. Spiegato che il ciclomotore sarebbe stato portato via solamente da un carro attrezzi perché assolutamente non in regola con le norme che regolano la circolazione stradale e visto che giungeva effettivamente sul posto un carro attrezzi, il 39enne inveiva verbalmente contro i militari, impedendo all’autista del carro attrezzi di prelevare lo scooter. Infatti si metteva davanti al ciclomotore e minacciosamente diceva a tutti i presenti che nessuno avrebbe toccato il mezzo perché lo avrebbe portato via lui per tenerlo a casa. I militari cercavano di spiegare all’uomo che per i ciclomotori non può essere consentito il trasporto a casa ma solo presso la depositeria giudiziale, ma all’improvviso il 39enne sganciava il cavalletto dello scooter facendolo cadere a terra e, subito dopo, prendeva il casco e lo gettava violentemente a terra rompendolo. A quel punto, i militari intervenivano e intimavano all’uomo di fermarsi perché se avesse continuato nella propria azione violenta sarebbe stato immediatamente arrestato. Solo così l’uomo si calmava, il ciclomotore veniva caricato sul carro attrezzi e sottoposto a sequestro amministrativo mentre l’uomo veniva denunciato per avere interrotto con minaccia l’azione dei militari, per avere impedito temporaneamente che lo scooter fosse prelevato dal carro attrezzi e per avere danneggiato in più parti il ciclomotore facendolo cadere a terra dopo che lo stesso era stato sequestrato. Veniva inoltre sanzionato secondo quanto previsto dal codice della strada perché sprovvisto di assicurazione, perché il ciclomotore non era mai stato immatricolato, perché non aveva al seguito documenti di guida e circolazione e perché l’uomo guidava anche con la patente scaduta.
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I Carabinieri della Stazione di Felizzano hanno denunciato per guida in stato di ebbrezza un cittadino marocchino di 36 anni, pregiudicato, residente ad Asti. La pattuglia fermava l’uomo in compagnia di altri due connazionali alle 01.30 circa del 04 agosto lungo la SP 10 nei pressi del Bennet mentre era alla guida di un’auto di sua proprietà. Fermato il mezzo perché teneva una condotta di guida non lineare, tutti gli occupanti sembravano avere abusato di alcoolici e per questo motivo il conducente, che aveva addirittura difficoltà a parlare, veniva sottoposto al test dell’etilometro che evidenziava un risultato di circa 1,50 g/l, cioè il triplo del limite massimo consentito per legge. Per lui, oltre la denuncia all’Autorità Giudiziaria anche il ritiro immediato della patente, mentre l’auto veniva sequestrata perché nessuno degli occupanti era nelle condizioni fisiche di poter guidare visto che tutti avevano abusato di alcoolici.
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I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Alessandria hanno denunciato per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti un cittadino italiano di 36 anni, pregiudicato, residente a Genova. Il 4 agosto alle ore 12.15 circa giungeva una telefonata anonima al 112 da parte di una persona che molto allarmata segnalava un uomo che, barcollante, si era appena messo alla guida di un’auto di cui forniva marca, modello, colore e targa, dicendo che si era allontanato in via Sacco. La pattuglia iniziava le ricerche per tutto il quartiere Cristo e fermava l’uomo in via Casalcermelli poco dopo mentre era alla guida dell’auto di sua proprietà. Fermato il mezzo, i militari accertavano che le condizioni fisiche dell’uomo erano precarie per poter condurre un veicolo e nell’abitacolo venivano anche rinvenute una siringa, un lacco emostatico e delle fiale di acqua che facevano sospettare l’uso di stupefacenti. Veniva così accompagnato in ospedale per i prelievi ematici e le analisi cliniche al fine di accertare quanto già ammesso verbalmente dall’uomo cioè di avere fatto uso di eroina. Gli esiti degli esami confermavano ovviamente l’uso di eroina da parte del 36enne, cosa che gli comportava la denuncia all’Autorità Giudiziaria e il ritiro immediato della patente, mentre l’auto veniva sequestrata ai fini della confisca.
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I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Alessandria hanno denunciato per guida senza patente, minacce, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale un cittadino ecuadoriano di 29 anni, pregiudicato, e per minacce e oltraggio a pubblico ufficiale una cittadina colombiana di 40 anni, coniugi residenti ad Alessandria. I militari alle 14.00 circa del 4 agosto si trovavano nel piazzale del Bennet di Astuti quando notavano un’auto con alla guida l’ecuadoriano e la donna seduta nel sedile passeggero. Alla vista dell’auto di servizio l’auto cambiava strada e i due occupanti cercavano di scambiarsi di posto, facendo sedere sul posto del conducente la donna. La mossa ovviamente non sfuggiva ai militari che li fermavano mentre stavano ancora scambiando i posti e dalla richiesta dei documenti accertavano che l’uomo aveva lasciato il posto di guida perché era privo di patente perché mai conseguita, accertando che per lo stesso motivo l’uomo era già stato denunciato in passato altre tre volte. I due venivano successivamente accompagnati in caserma dove, durante la redazione degli atti, insultano ripetutamente i militari, minacciandoli di ritorsioni gravi per loro e le loro famiglie. In particolare, l’uomo oltre a insultarli riferiva che avrebbe fatto fare loro del male dai suoi amici, riferendo che li avrebbe aspettati per vedere dove avevano parcheggiato le loro auto per farle saltare in aria. Ovviamente, a parte la sceneggiata con le consuete minacce e insulti, entrambi venivano denunciati per i reati commessi e il mezzo veniva sequestrato e affidato alla donna per condurlo fino alla propria abitazione. Non soddisfatti di quello che avevano commesso, i due decidevano di usare nuovamente l’auto la mattina del 5 agosto, venendo fermati alle ore 12.00 in corso Borsalino questa volta con la donna alla guida e con l’uomo sul sedile del passeggero. Era però evidente che l’auto, sottoposta a sequestro amministrativo il giorno prima, non poteva essere portata fuori dal luogo di custodia e per questo motivo entrambi venivano denunciati per la sottrazione di cose sottoposte a sequestro amministrativo, con il conseguente ritiro della patente di guida della donna che la guidava. L’auto a quel punto veniva sequestrata e consegnata a depositeria giudiziale in considerazione che i due continuavano a utilizzare il mezzo non curandosi dei provvedimenti imposti.
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I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Alessandria hanno denunciato per minacce aggravate un cittadino albanese di 30 anni, residente in provincia di Alessandria. La gazzella interveniva in un locale pubblico del centro alle ore 22.00 circa del 4 agosto perché il proprietario del locale e un dipendente, ovvero il 30enne, avevano avuto una violenta lite. Giunti sul posto i militari accertavano che i due si erano spintonati a seguito di un litigio per motivi di lavoro e la situazione era degenerata perché il titolare del locale cadeva per terra andando a urtare i fornelli roventi e procurandosi alcune ustioni non gravi a un braccio. Veniva anche verificato che dopo che il titolare cadeva a terra, il dipendente aveva preso un coltello da cucina, puntandolo al collo del suo datore di lavoro e minacciandolo. Il coltello, della lunghezza di 38 centimetri, veniva ovviamente sequestrato mentre il 30enne veniva denunciato all’Autorità Giudiziaria per le minacce aggravate.
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I Carabinieri della Stazione Alessandria Cristo hanno denunciato per lesioni personali un cittadino marocchino di 34 anni. La pattuglia interveniva nel quartiere Cristo la sera del 3 agosto perché una donna diceva di essere stata picchiata dal suo convivente. Quella sera l’uomo, come spesso capitava, era fuori di casa per andare in giro per la città con gli amici e quando la donna lo chiamava per sapere dove fosse e dirgli di rientrare visto che la mattina dopo sarebbe dovuto partire per lavoro, rispondeva che sarebbe tornato quando aveva voglia. Verso mezzanotte tornava a casa e, molto arrabbiato per la telefonata ricevuta ij precedenza, prendeva la donna e la trascinava nella camera da letto dove la colpiva ripetutamente con schiaffi e pugni. La donna, dopo l’azione violenta del compagno, riusciva ad approfittare di un attimo di distrazione del compagno e componeva il numero di pronto intervento 112 richiedendo una pattuglia che, giunta sul posto, accertava che in effetti la donna aveva al volto diverse ferite, la più grave risultata essere un trauma facciale refertato con 25 giorni di cure. Per questo motivo i militari, raccolta la denuncia della donna, denunciavano l’uomo all’Autorità Giudiziaria per lesioni aggravate.
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