Se n’è andato la scorsa notte, sotto traccia. Come gli succedeva spesso. Carlo Barco, detto ‘Jimmy’ o ‘Gimmi’, classe 1953, rampollo di una nota famiglia alessandrina, ha vissuto sempre schierato senza mezze misure: o di qui o di là. Amava il calcio e la politica e disquisiva a lungo su tali argomenti, dispensando teorie a volte plausibili, a volte personali, ma mai banali. Sempre basate sulla ineludibile contrapposizione del concetto calcistico ‘noi e loro’ .
Molti lo descrivono così, Jimmy, tutto calcio e politica, ma andava ben oltre: fin dalla gioventù fu cultore della motocicletta e della musica rock (di un certo tipo), era deliziato dal buon cibo e dal buon bere, amava la barca a vela e le sensazioni di libertà che essa regalava. E su tutto ciò argomentava appassionatamente, disquisiva, si capiva che sapeva. Ed era sempre schierato, o di qui o di là, a volte in modo anche deciso.
Senza inutili clamori, però. Jimmy amava dire di sé “Io sono fazioso” e lo sottolineava ridacchiando, in tono quasi irridente verso l’interlocutore. Ecco, quest’ultima era una sua caratteristica, figlia di quel periodo goliardico cui apparteneva: amante della presa in giro, se prendeva di mira qualcuno lo bersagliava in modo impietoso, a volte esagerando un po’. Ma accettava a sua volta le prese in giro, le reazioni degli offesi, facendo ‘spallucce’ e senza reagire in modo plateale.
Jimmy non amava la ribalta, le foto, le riprese, la caciara. Lavorava ‘sotto traccia’, senza far rumore, ma sapeva tutto. A volte ci si chiedeva come facesse. Tesseva la tela dei rapporti umani, ovviamente sempre schierato, ed aveva grande intuito: leggeva le situazioni come pochi, capiva in anticipo lo sviluppo che avrebbero avuto, tanto da essere stato anche ‘consigliere’ di personaggi in vista.
Molti lo definiscono giornalista, Jimmy, per avere raccontato con la penna e con la voce decenni di calcio alessandrino, talvolta con lo pseudonimo ‘Cichinisio’. Ma aveva una peculiarità: non era iscritto all’Ordine dei Giornalisti e si vantava di ciò. Ne andava orgoglioso. Però lo trovavi ovunque potessero accedere i giornalisti, a volte senza sapere come, e mandava in bestia più di un collega. Ma non si ricordano litigi in pubblico o atteggiamenti scomposti.
Spesso, però, la penna era intrisa di veleno. Attaccava sempre in modo velato, esponendosi fino ad un limite calcolato e godendo di ciò. E ne godevano anche i lettori, perché spesso diceva impietosamente la scomoda verità. Ecco, Jimmy era così: scomodo. Scomodo per come diceva le cose, pungente per le similitudini che utilizzava. Ma in fondo era un buono. Perfino divertente, se lo prendevi nel modo giusto.
Buon viaggio, Jimmy.