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Sgominata una rete di persone responsabili di alcune truffe messe in atto sulla rete del web. Due cittadini italiani entrambi di 42 anni, pluripregiudicati, residenti in Calabria, già denunciati in passato per truffe simili sono stati nuovamente denunciati dai  Carabinieri della Stazione di Valenza dopo una indagine durata sei mesi. Il fatto si riferisce a gennaio quando un uomo della zona aveva visto su un sito di vendite on-line un mini escavatore e aveva deciso di acquistarlo visto un prezzo conveniente. Dopo l’anticipo versato di 1000 euro su di una carta postepay, l’uomo a fine gennaio non vedendo ancora arrivare il mezzo acquistato ha cercato più volte di contattare il venditore che però non rispondeva più al telefono, rendendosi irreperibile. Capito di essere stato truffato, ha presentato querela dando così inizio agli accertamenti. Si è scoperto che la carta postepay era stata più volte utilizzata da uno dei due uomini per effettuare diversi prelievi da sportelli postamat. Inoltre, i militari hanno scoperto che la carta prepagata in uso era stata attivata utilizzando un documento falso la cui immagine non corrispondeva né a quella dell’uomo che la usava regolarmente né a quella dell’uomo i cui dati erano riportati sulla carta di identità. Le ulteriori indagini dei militari di Valenza sulle persone frequentate dall’utilizzatore della carta hanno permesso loro di risalire anche alla persona ritratta nella foto riportata sulla carta di identità falsa.

Altra truffa scoperta dai Carabinieri della Stazione di Valenza riguarda una cittadina italiana di 37 anni, residenti a Napoli, denunciata per utilizzo indebito di carta di credito, pluripregiudicata anche per fatti analoghi. Il fatto risale ad inizio giugno quando una donna del posto ha sporto denuncia per la clonazione della sua carta di credito perché con la stessa risultavano due operazioni da lei non eseguite per oltre 1000 euro tra cui il pagamento di contributi INPS. I dati erano stati clonati per aver aderito ad una promozione risultata essere poi inesistente. La vittima aveva ricevuto infatti un messaggio promozionale sul suo cellulare che invitava a collegarsi a un link indicato nel messaggio per una ricarica che sarebbe stata poi rimborsata nei mesi a seguire, ma solo per una ricarica effettuata mediante carta di credito. Eseguita la ricarica indicando i dati della sua carta di credito la malintenzionata è venuta in possesso dei dati riservati.

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