Dopo la singolare protesta di mercoledì 28 agosto nella Casa circondariale di Cuneo, rientrata dopo alcune ore, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sollecita provvedimenti per il ‘Cerialdo’ e per l’intero sistema di esecuzione della pena.
Il fatto
Spiega Vicente Santilli, segretario SAPPE per il Piemonte: “Dopo una paziente opera di persuasione, il detenuto è sceso e ricondotto in cella. Questo tale, entrato in carcere da soli 2 mesi, invece di iniziare a redimersi e comprendere la gravità delle proprie azioni, si è reso protagonista di numerosi comportamenti censurabili, danneggiando beni dello Stato, aggredendo il personale e altri detenuti, ferendosi e arrampicandosi sul tetto. La grande professionalità del Personale in servizio ha gestito al meglio i momenti di tensione”.
La lezione
Una protesta finita bene deve insegnare come cambiare. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, indica la soluzione, reclamata da anni: “Ogni giorno registriamo eventi critici in tutti i penitenziari del Piemonte. Se non si trovano rapide soluzioni all’andamento della violenza, dovrà essere chiamato l’Esercito. Il Corpo di polizia penitenziaria non va lasciato solo, il tracollo del sistema è dietro l’angolo. Servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, applicando quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che continuano a delinquere nella impunità assoluta. Servono provvedimenti urgenti ed efficaci”.