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“Gli adulti, i bambini, tutti, hanno un bisogno estremo di poter ancora, almeno, sognare”

“Per favore, però, togliete il pandoro dal camino, che mi sporco il vestito”

Povero me, dove sarà finito il manuale di istruzione per usare il computer? Sono diventato proprio vecchio, vecchio per quel mondo laggiù cosi trasformato. Uno come me, che deriva da San Nicola, vescovo di Myra in Turchia, di cui si racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli, rapiti e uccisi da un oste, e che per questo era considerato il protettore dei bimbi, oggi dopo millenni, deve imparare ad inviare le e-mail. I bambini mi mandano le loro richieste dallo smart phone, dal tablet, insomma da qualsiasi tecnologia infernale tranne che su carta scritta a penna. Mi mancano tanto la scrittura infantile ed incerta che mi divertivo indovinare, e i disegni da decifrare. Nulla a confronto con quello che dovrò affrontare il 24 dicembre: chissà se troverò un superstite tradizionale camino, era così comodo calarmi nei comignoli e atterrare senza fatica, invece, già lo so, che mi ritroverò seduto su pellet scoppiettante, incastrato in un oblò di una stufa elettronica.
Speriamo, almeno che non faccia troppo freddo, perché la coca cola proprio non la digerisco: da quando mi hanno usato per vendere quella bevanda scura, i bambini non mi fanno più trovare latte e biscotti ma una lattina rossa il cui liquido mi fa pizzicare il naso.
La slitta con le renne è un altro problema: chissà se troverò parcheggio in quelle città piene di scatolette di ferro e lamiera, l’ultima volta l’ho dovuta parcheggiare in un garage multi-piano e poi non la trovavo più; speriamo ci sia la neve, così nessuno girerà per le strade, tutto sarà più silenzioso e avvolto in un’atmosfera misteriosa, perché il vero problema è che sono usato impropriamente ed è proprio il mistero che non c’è più: canto i jingle, la mia faccia è sulla scatola dei biscotti, reclamizzo mobili, liquori, treni, prosciutti; sono ovunque, i bambini mi vedono ovunque ma non riescono più a guardarmi, è svanito il mistero, non mi immaginano più, non mi sognano più .
Forse è arrivato il momento che mi ritiri e mi riposi con le mie renne per sempre, ma so che non posso farlo: gli adulti hanno bisogno di sognare più dei bambini; tutti i diseredati, gli offesi del mondo, tutti quelli che subiscono l’ingiustizia, la corruzione, la diseguaglianza, tutti quelli che sono vittime di un’economia egoista ed elitaria, tutti quelli resi schiavi dalla politica, tutti quelli dimenticati dai forti, tutti hanno un bisogno estremo di poter ancora, almeno, sognare.
Arriverò anche quest’anno. La notte di Natale, provate a chiudere gli occhi e chiedetevi dove io sia sulla mia slitta, quando arriverò, trepidate per la meraviglia e il mistero di questa notte, immaginate la vostra vita come facevate da bambini e sognate!
Per favore, però, togliete il pandoro dal camino, che mi sporco il vestito.

Fausta Dal Monte

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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