A 50 anni ti senti nel pieno della vita, il progresso della medicina propone modelli di settantenni che hanno la vita biologica di 40 anni, il pensionamento è lontano e sei sicuro di avere tutta la vita davanti; pensi che le generazioni che ti hanno preceduto sono state sfortunate, l’aspettativa di vita dall’impero romano fino al secolo scorso sembra appartenere a un’era diversa che non ti sfiora.
Poi, un giorno, un mostricciattolo, che fa semplicemente il suo dovere di virus, cioè di colonizzare un organo vivente, ti mette davanti una realtà completamente diversa: a 50 anni sei vecchio. Senti le percentuali delle fasce di età colpite e il tasso di gravità e complicanze e non ti sembra vero, dentro di te dici non è possibile, io sono sano, forte, sono giovane, ma lui imperterrito continua a fagocitare tutto e a ribadire nel tuo orecchio “Sei vecchio”. Vorresti urlargli “Guarda che ti sbagli, io sono giovane, come ti permetti!”. All’incredulità subentra la malinconia di una realtà che non immaginavi, prendi coscienza della caducità dell’esistenza, improvvisamente consapevole che non sei “per sempre”, il tuo corpo ha una scadenza e allora ripensi a quanto è bella la vita nonostante tutto, pensi a viverla oggi con tutte le precauzioni e tra le pareti della tua casa, adesso, in questo istante come se non ci fosse un domani; anche il sole diventato tiepido è un regalo, le prime viole spuntate sull’erba che vedi dalla finestra sono un regalo e la sera quando tra le coperte ti stai addormentando, ti senti soddisfatto perchè sei sano, anche oggi è trascorso il giorno e sei vivo. Quel mostricciatolo ti viene quasi di ringraziarlo, hai riscoperto una prospettiva che avevi perso…il senso della vita che non prescinde dalla fine ma è tutt’uno con essa. Quando tutto sarà passato non voglio dimenticare la lezione del piccolo mostricciatolo.
Fausta Dal Monte