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Primavera non bussa, lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura, ha le labbra di carne, i capelli di grano, che paura, che voglia che ti prenda per mano. Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Senza farsi annunciare, come evocato nella poesia in canzone “Un chimico” di De Andrè, la primavera arriva anche nei nostri giardini. Ce ne accorgiamo dal timido spuntare dei crochi, dei narcisi dal cuore dorato, degli anemoni, dei tulipani, delle violette profumate: un tripudio di colori, forme e bellezza. Sugli alberi, specie quelli da frutto, occhieggiano le prime gemme: se dobbiamo attuare una potatura di rinfoltimento, o anche soltanto per regalare nuova linfa alla pianta ed eliminare rami malati o secchi, questo è il periodo migliore.

In attesa del consolidarsi della bella stagione, possiamo iniziare a decorare i nostri spazi verdi con ciotole e cassette di primule e viole, sia quelle cornute – più piccole ma molto profumate – che quelle del pensiero. Entrambe, in quanto originarie del sottobosco, non tollerano un’esposizione troppo intensa ai raggi del sole: durante l’estate spostiamole in un luogo riparato e a mezz’ombra.

A inizio primavera ci sono molte piante in grado di illuminare i nostri giardini con le loro intense fioriture nelle varie gradazioni del giallo: dalla classica forsizia, al gelsomino di San Giuseppe, al Cytisus.
Godiamo del loro fascino e ricordiamo che – come scrisse Pablo Neruda – Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera.

Barbara Rossi

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