Allora puoi metterti in spalla vanga e zappa, e rincasare con gli stivaloni, poiché nessun nuovo fiore nascerà fuorché l’elleboro la mattina di Natale…
La grande scrittrice inglese Vita Sackville-West descrive con molta grazia nel suo poema “The Land” quel magico e solo in apparenza inerte periodo dell’anno, tra novembre e dicembre, in cui i nostri giardini e spazi verdi sembrano addormentati sotto una coltre di gelo e, spesso, di neve. In realtà, questo è solo un momento di transizione in cui la Natura riprende le forze per ritornare a fiorire al risveglio primaverile.
Nell’attesa, possiamo dedicare un po’ di tempo alla manutenzione e pulizia degli attrezzi da giardino, riponendoli con cura perché siano pronti non appena ritorneremo a servircene; scegliamo, inoltre, sui cataloghi delle vendite per corrispondenza o direttamente in vivaio i bulbi primaverili da mettere a dimora, in vaso o in piena terra, proprio in questa stagione: giacinti, iris, crochi, narcisi e bucaneve, che annunceranno con il loro timido e profumato schiudersi il ritorno del bel tempo.
In vista delle feste di Natale possiamo anche divertirci a creare delle decorazioni rustiche per abbellire la nostra casa, con materiali naturali che si trovano comunemente in giardino, oppure nei parchi urbani: foglie, ramoscelli, cortecce, pigne, ghiande si trasformano con spray glitterati o a effetto neve, per andare a comporre centrotavola, coroncine, fuoriporta, originali decori per l’albero.
Le ghirlande fatte a mano, con rami flessibili di salice o betulla arricchiti da nastri realizzati con scampoli di stoffa, vecchie palline, fettine di arancia essiccate, piccole bacche, cinorrodi di rosa daranno un tocco country alla vostra abitazione, con pochissima spesa.
In giardino o in terrazzo date spazio agli ellebori bianchi e rosa, che fioriscono persino con il gelo, e al calicanto invernale dai piccoli fiori gialli che sanno di miele: poi, godetevi come le vostre piante il meritato riposo, iniziando a progettare i lavori di primavera.
Come scrive Vita, “Qualcosa andrà storto; qualche cucciolo vi sotterrerà un osso; qualche topo mangerà i bulbi; qualche talpa scalzerà dal terreno le dafne e il lillà. Eppure, nessun giardiniere sarebbe tale se non vivesse di speranze”.
Barbara Rossi