“Canzone per Natale, le finestre accese e le ombre tutte quante insieme a conversare…”. Bellissimi e struggenti sia il testo che la musica di Morgan, che ascolto mentre passeggio nel mio giardino invernale.
E’ questo il periodo in cui i nostri spazi verdi si addormentano: una sorta di dolce letargo, mentre nel profondo tepore della terra, apparentemente indurita dal gelo, i semi si caricano di quell’energia che gli permetterà di germinare al risveglio primaverile.
Nell’attesa, non dimentichiamo di proteggere dai rigori invernali le nostre piante pacciamandole alla base con foglie secche, pezzi di corteccia, paglia, e ricopriamo interamente quelle più fragili (gli ulivi e i limoni, ad esempio) con del tessuto non tessuto, facilmente reperibile nei garden center, lasciato aperto da un lato per evitare il formarsi di una pericolosa condensa.
Per donare un po’ di colore e anche di atmosfera natalizia al giardino o al terrazzo ormai spoglio, scegliamo degli arbusti da bacca, che tra l’autunno e l’inizio dell’inverno si ricoprono di una miriade di piccoli frutti rossi, arancio, porpora, molto decorativi e per la maggior parte fonte di cibo per gli uccelli e altri piccoli animali. Possiamo sbizzarrirci tra svariati generi di piante: il berberis, originario del Giappone, con i piccoli rami spinosi e le bacche scarlatte, il beneaugurante agrifoglio, la skimmia, la pernettya sudamericana, la robusta nandina domestica.
Non dimentichiamo neppure, in splendida fioritura tra dicembre e gennaio, l’elleboro, chiamato comunemente rosa di Natale, perché secondo la leggenda venne colto in mezzo alla neve da una povera pastorella per venire offerto in dono a Gesù appena nato. Sia coltivato in vaso che in piena terra è in grado di sfidare il freddo, con i suoi grandi fiori bianco-rosati.
Infine, rivestiamo i nostri alberi e arbusti nudi con semplici file di lucine colorate: poi, auguriamoci di poter dire, con Virginia Woolf, «è caduta la neve, pasta di zucchero spessa e bianca su tutto il giardino…».
Barbara Rossi