Partiamo dalla foto e cerchiamo di imparare dal passato. Una volta si pulivano le sponde, le draghe setacciavano l’alveo dei fiumi, estraendo sabbia e ghiaia di buona qualità (sempre utile in edilizia) e abbassando il letto del fiume, perciò riducendo il pericolo di esondazione.
Ora, vista la situazione italiana, visto ciò che succede, visto il cambiamento climatico, visto che molte zone vanno a bagno con frequenza, in attesa di grandi lavori e grandi stanziamenti (che non ci sono), non sarebbe il caso di pulire come si deve i fiumi e i fossi in modo da ridurre i rischi?
Ma farlo davvero, dico, durante la stagione estiva, quando i fiumi hanno poca acqua e si può lavorare bene. E chi dovrebbe farlo? Qui entriamo nel campo politico e parte il gioco del rimpiattino: “non è mio compito“, “io ho altre mansioni”, “la competenza è di altri”.
Certo, certo. Però quando un disgraziato raccoglie la legna in riva al Tanaro per scaldarsi (una volta secca), arrivano i vigili e gli fanno la multa. Allora si sa di chi è la competenza! Se uno ha giurisdizione sulle sponde del fiume per fare le multe, le pulisse….
E rami e tronchi che si ammassano contro le pile dei ponti? Creano piccole dighe che manco i castori dei fumetti le fanno. E durante le piene, chissà, potrebbero aumentare il danno. Ovviamente sotto il ponte della ferrovia tocca a chi governa i treni. Ma si mettessero d’accordo! Invece sotto i ponti comunali diventa difficile, le draghe non lavorano più perché disturbano i pesci. Quali pesci? Quelli mangiati dai siluri (importati) che dominano le acque facendo strage di carpe, tinche, arborelle e cavedani?
E poi questo vizio incorreggibile di coprire i canali e i fossi: porta sempre danni e non si risolve mai.
Ma affidarsi a chi ha i mezzi e le competenze, cioè gli agricoltori, per pulire fossi, rogge, sponde dei fiumi riconoscendo il lavoro che fanno?
“Ma come si fa?”, “le norme europee impediscono qui, bloccano là”.
E invece pulire i tombini in città? Complicatissimo: “I mezzi scarseggiano”, “c’è poco personale” e via dicendo.
E allora sapere che vi dico? Andiamo a bagno!