Sprecato l’89% di pioggia caduta, in campo nuove strategie e soluzioni.
Per effetto del clima anomalo quest’anno è andato perso un frutto estivo su tre con un calo della produzione di pesche e nettarine del 28% e del 58% delle albicocche, ma ridimensionato è stato anche il raccolto di ciliegie. Resta elevata la qualità, ma ad essere diminuita è la produzione di albicocche, ciliegie, pesche, susine e diverse verdure a causa del maltempo che si è verificato in provincia di Alessandria.
Tra danni da gelo, piogge di maggio e grandinate di giugno è stata un’annata che ha visto anche l’aumento dei prezzi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per effetto del clima pazzo che ha sconvolto i raccolti e ridotto le disponibilità sui mercati.
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici – hanno affermato presidente e direttore Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo – ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Col modificarsi della distribuzione delle precipitazioni, per salvaguardare la produzione occorrono immediati interventi strutturali al fine di accumulare l’acqua quando cade e distribuirla quando manca, soprattutto nelle aree interne. Proprio alla luce dei cambiamenti climatici in atto e con il costante aumento delle temperature e la ridotta disponibilità di acqua, sono necessari nuovi investimenti infrastrutturali. La disponibilità di acqua è ciò che ci permette di avere un cibo di alta qualità e ci consente di primeggiare a livello mondiale. L’unica strada che possiamo percorrere per dare certezze e redditività alle nostre aziende e affrontare le nuove sfide dei cambiamenti climatici”.
I temi della disponibilità idrica e dell’irrigazione hanno le carte in regola per entrare nel progetto di investimenti strategici che il nostro Paese deve presentare all’Unione Europea per spendere i fondi messi a disposizione da Bruxelles con il Recovery Fund. Un intervento, peraltro, perfettamente in linea con gli obiettivi del “Green Deal” promosso dalla Ue per salvare il clima.
“Abbiamo fatto molto sul fronte dell’Agricoltura 4.0 per quanto riguarda le nuove fasi di coltivazione, l’utilizzo delle attrezzature meccaniche e, soprattutto, nella lettura dei dati grazie a droni e satelliti, ma molto dobbiamo ancora fare soprattutto nel settore legato alla bonifica – hanno concluso Bianco e Rampazzo, sottolineando come “l’Italia, per carenze infrastrutturali, perda l’89% della pioggia caduta”.