La Regione Piemonte, già all’avanguardia nell’ambito della pet therapy grazie a una legge approvata nel 2010, s’è adeguata al resto del paese, accogliendo le Linee Guida per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), di valenza nazionale. Attraverso di esse, sono stati fissati requisiti per le strutture e la formazione specifica per gli operatori, a ridurre le discrezionalità tra vari enti regionali in questo settore. “Si specificano e si disciplinano ulteriormente le terapie e le attività educative nelle scuole, case famiglia e carceri”, ha precisato Spartia Piccinno, responsabile dell’Associazione Italiana Pet Therapy, con sede a Ovada. Ci sono novità anche per le categorie professionali coinvolte, che devono passare attraverso un quadro chiaro nel percorso di formazione: corso base, propedeutico, avanzato e specifico per i medici veterinari. Il Piemonte, come detto, ha già fatto molto nel settore della pet therapy e si sta preparando a “definire la figura professionale legata a esso, colmando un vuoto normativo e costituendo l’albo degli operatori”, ha ricordato Piccinno. Sul fronte dei controlli, a livello regionale esiste una Commissione apposita, “composta da 12 esperti del settore”.
Chi non seguirà le nuove linee guida si troverà a perdere il proprio posto nella lista degli enti accreditati o non potrà continuare i propri progetti, anche nell’ambito della formazione.
Il risultato ottenuto dall’Italia con le Linee Guida è, per una volta, tutto merito proprio, senza dover rendere conto a nessun modello proveniente dall’estero. Spartia Piccinno rivendica con orgoglio che il “resto del mondo le osserva con molto plauso”, anche se sono sicuramente “migliorabili”. Sono regole necessarie per un’attività complessa come la pet therapy, che è molto più che abbracciare un cane. “Vengono sviluppati molti aspetti psicologici e motori in progetti individualizzati, con tempi lunghi attorno agli 1-2 anni”, ha detto la responsabile dell’Associazione Italiana Pet Therapy.
Stefano Summa
@Stefano_Summa