A spasso con i lama nell’acquese con Animal Walk
“Ma cos’è un alpaca?”. La domanda, che fece Inge in risposta alla bizzarra richiesta della sua amica Ute di regalarle un alpaca per il suo compleanno, è l’inizio della piacevole chiacchierata avuta con le due simpatiche signore tedesche fondatrici di “Animal walk”, associazione sportiva situata nei pressi di Cavatore che organizza passeggiate e trekking, insieme ai simpatici camelidi, sui sentieri del territorio acquese e del Piemonte.
Rallentare per riscoprire il rapporto perso con la natura e regalarsi del tempo come filosofia di vita, quella raccontata da Inge Lackerbeck per descrivere la missione dell’associazione.
Trasferitasi dalla Baviera a Cavatore dalla sua amica Ute Baldes, per la necessità di un cambiamento dopo un brutto periodo della sua vita e per la bizzarra richiesta dell’amica arrivata a Cavatore, per sua stessa affermazione, “per caso” nei primi anni del duemila. Ute, originaria di Francoforte, amante dei cavalli, e Inge hanno iniziato così la loro avventura con un alpaca ed un lama ed ora sono arrivate, in quasi dieci anni, a gestire quindici esemplari di lama ed alpaca (e altri animali) nella loro casa con una vista stupenda sulla pianura e sulle colline circostanti.
In Germania, Inge ha studiato pedagogia e lavorato come educatrice. Grazie ad un corso di specializzazione, ha scoperto come la presenza degli animali, durante il percorso di cura, permette di ottenere maggiori risultati al lavoro del pedagogista, grazie all’empatia che si crea tra gli animali e il paziente: “Gli animali non hanno pregiudizi e non ne sono influenzati, richiedono agli uomini il rispetto e l’apprezzamento del loro valore in modo istintivo. Hanno sentimenti, una loro struttura sociale e hanno bisogno di vivere in compagnia dei propri simili. Per esempio, i maschi del lama se vivono in cattività senza interagire con altri della loro specie possono sviluppare la sindrome del lama Berserk, cioè il lama può mostrare un comportamento aggressivo nei confronti dell’uomo soprattutto per il dominio territoriale.
Gli animali, nati in Italia (precisamente in un allevamento in Trentino), devono vivere in un ambiente il più possibile privo di stress e patiscono il caldo vista la loro natura di animali di alta quota, pertanto le escursioni (solo su appuntamento e prenotazione) sono generalmente programmate la mattina o nel tardo pomeriggio per non doverli impegnare troppo e sbilanciare troppo il rapporto di cooperazione e fiducia.
Più conosciute fuori che nella stessa provincia di Alessandria con le loro passeggiate didattiche, per bambini e adulti, Inge e Ute aiutano a scoprire il territorio: “Cavatore è molto bella. Sicuramente gli abitanti di grandi città come Torino e Milano che ci contattano per le nostre attività, ora la conoscono di più” dice Inge, parlando di uno dei percorsi proposti dall’associazione, molto richiesto dagli ospiti perché permette di visitare il borgo e non richiede particolari abilità fisiche perciò adatto a tutti. Offrono anche altri itinerari (anche su richiesta) per i loro clienti oltre quello alla scoperta di Cavatore: un giro di prova più corto adatto per le famiglie con bambini piccoli, un giro per le colline acquesi (“il giro più bello del mondo” come dice Inge) e l’ultimo, prettamente estivo, con una degustazione di vini presso il Castello di Ovrano.
A chi chiede se si tratta di un allevamento e se gli animali sono in vendita, Ute e Inge rispondono: “Non siamo un allevamento, noi non vendiamo i nostri animali e quello che incassiamo lo utilizziamo per l’associazione, noi organizziamo passeggiate con i nostri amici per i soci o per chi si iscrive anche per una sola giornata alla nostra associazione”. Le attività organizzate dall’associazione spaziano dai trekking per adulti e per le famiglie alle attività didattiche per le scuole.
Tra le attività didattiche proposte per i piccoli ospiti, insieme alle passeggiate, c’è la dimostrazione su come viene lavorata la pregiata lana per la produzione del feltro. “Bisogna far comprendere ai bambini la difficoltà ed il tempo necessario per produrre gli oggetti per averne cura e per ridurre il più possibile gli sprechi”- dicono le due imprenditrici. Una filosofia del legame e del rispetto per gli oggetti prodotti molto interessante e in antitesi con l’epoca in cui viviamo basata su beni decisamente poco durevoli e sul consumo sfrenato.
Tanti gli itinerari e i progetti bloccati dalla pandemia, uno di questi un lungo itinerario di più giorni per raggiungere il Mar Ligure attraversando l’Appennino. Insomma dall’Appennino al mare, raggiungere le Ande è al momento un’utopia, chissà che un giorno non ci si possa arrivare, per adesso il Covid-19 ha posticipato e cambiato i loro progetti per il futuro.