Un femminicidio ogni due giorni non descrive la violenza sulle donne come un “fenomeno” ma come una piaga sociale che va eradicata, al più presto. Per questo un giorno solo, il 25 novembre, non basta a Zonta Club Alessandria per sensibilizzare la popolazione nel riconoscere la violenza, affrontarla ed eliminarla.
In particolare Zonta si rivolge ai giovani, al mondo della scuola, dove dovrebbe essere materia curriculare l’educazione all’affettività, alla parità di genere.
Dal 30 novembre al 2 dicembre, Zonta ha portato in due città della provincia di Alessandria lo spettacolo “E’l modo ancor m’offende” con la compagnia teatrale “La diritta via” impegnata nel teatro civile.
Autore dello spettacolo è Giuliano Turone, il giudice istruttore del sequestro Rossi di Montelera e dell’arresto a Milano del capomafia Luciano Liggio; il magistrato che rinviò a giudizio Michele Sindona per l’omicidio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, l’inquirente che con il collega Gherardo Colombo alzò il velo sulla Loggia P2 di Licio Gelli e che lasciò la Corte di Cassazione per “delusione” dieci anni prima della pensione. Oggi si dedica a girare gratuitamente l’Italia per educare giovani, studenti, uomini e donne al rispetto di genere e alla lotta contro il femminicidio “un crimine che si può evitare perché preceduto da altre forme di violenza che non lasciano dubbi sull’esito di un amore malato”.
La piece teatrale “E ‘l modo ancor m’offende” ha avuto un enorme successo e attenzione da parte dei ragazzi delle scuole perché fa cultura, parla di violenza quasi in modo leggero partendo dalla Divina Commedia per arrivare ai giorni nostri: ben 800 studenti e decine di insegnanti hanno assistito attivamente alla rappresentazione che porta in scena lo stesso Giuliano Turone affiancato da una bravissima attrice, Alessandra Mandese.
Altre due rappresentazioni sono state proposte ad Acqui Terme e Alessandria per il pubblico adulto per sostenere il centro antiviolenza Me.dea. Tutte le iniziative hanno avuto il patrocinio delle due amministrazioni sensibilizzate da Zonta così come come il Comune di Castelletto Monferrato.
Nel piccolo paesino alle porte di Alessandria, il sindaco e l’amministrazione dal 25 novembre espongono un drappo arancione dal balcone del Municipio per dire “Basta violenza sulle donne” e il 3 dicembre è stata esposta un’installazione con la regia di Zonta Club Alessandria per richiamare l’attenzione della popolazione sulla violenza domestica che negli ultimi 10 anni ha ucciso 3.000 donne nel nostro paese.
Per Nadia Biancato, responsabile advocacy di Zonta Club Alessandria “la marcia delle scarpe senza corpo partita dalla provincia di Alessandria nel 2012 ha raggiunto la Germania, la Francia, la Nuova Zelanda sempre esponendo scarpe non rosse, scarpe comuni perché le donne uccise dal loro partner o dal loro ex non stavano andando ad una festa per la quale fossero richieste scarpe rosse, ma sono andate incontro alla morte per troppa pazienza, come ci ha insegnato “E’l modo ancor m’offende”. Con Castelletto Monferrato la marcia è tornata in provincia da dove non vorrebbe partire più, se il prossimo fosse un anno in cui il Rispetto vincesse sull’ignoranza e la prevaricazione”.