Siamo alle solite, con detenuti violenti e poliziotti feriti o contusi, con leggi che, di fatto, impediscono di controllare le prigioni.
E infatti monta la protesta in Piemonte da parte della Polizia Penitenziaria dopo che ieri pomeriggio si sono verificate due aggressioni, una nel carcere San Michele di Alessandria e l’altra in quella Lorusso Cotugno di Torino.
Per Vicente Santilli, segretario regionale del SAPPE, “si tratta di due gravi episodi, che testimoniano la crescente tensione che caratterizza le carceri regionali”. E racconta quanto avvenuto ad Alessandria: “Verso le 15.50, un detenuto extracomunitario della Sezione IB, durante l’apertura della cella ha colpito l’Agente di servizio in testa con un bastone della scopa. Il poliziotto, al momento, si trova in ospedale”.
A Torino “ieri mattina, un detenuto straniero del padiglione C, ha aggredito per futili motivi l’Agente di sezione perché voleva andare subito dal barbiere. Quando il poliziotto gli ha riferito di attendere qualche minuto, il carcerato lo ha colpito sullo zigomo sinistro. Subito dopo il detenuto veniva fermato dal poliziotto e poi trasferito in un altro padiglione. L’agente ha riportato 5 gg di prognosi”.
Solidarietà e denuncia
Arrivano dal segretario generale del SAPPE, Donato Capece, che ripete da mesi le stesse cose: “Registriamo l’ennesimo episodio di violenza nei confronti di personale in servizio in Piemonte. I detenuti sono convinti di essere non in carcere ma in albergo, dove possono fare ciò che vogliono. Queste di Alessandria e Torino sono le ennesime gravi e intollerabili aggressione da parte di detenuti ai danni di appartenenti alla Polizia penitenziaria. Agli Agenti contusi va la nostra vicinanza e solidarietà per l’intervento che ha permesso di bloccare i detenuti violenti, incuranti del pericolo. La situazione nelle nostre carceri resta allarmante e la realtà è che i nostri poliziotti continuano ad essere aggrediti senza alcun motivo o ragione. È evidente a tutti che serve intervenire con urgenza per fronteggiare le criticità, a cominciare dall’integrazione dell’organico della Polizia Penitenziaria piemontese”.