Se ci si dovesse solamente basare sui dati forniti dalla Questura di Alessandria nello scorso maggio, la criminalità dovrebbe essere una preoccupazione meno pressante per i cittadini della nostra provincia.
Infatti, il numero dei reati denunciati dal 1° maggio 2014 al 30 aprile 2015 è passato da 19.885 a 17.891 con una media di 49 al giorno, in calo del 10% rispetto all’anno precedente. In particolare, tra i reati che colpiscono da più vicino la cittadinanza, le rapine sono passate dalle 173 dell’anno scorso alle 144 di quest’anno, in calo del 16,7%. I furti si sono ridotti da 9.924 da 9.680 con una flessione del 2,4%.
Eppure, la percezione di una maggiore insicurezza s’è fatta strada da tempo tra gli abitanti di molti centri alessandrini, sempre più in allerta di fronte alla prospettiva di spiacevoli evenienze come quelle elencate e vogliosi di soluzioni preventive del danno.
Le amministrazioni comunali che devono fare fronte a questo problema, fonte di malessere sociale e origine di grandi discussioni politiche dentro e fuori dalle campagne elettorali, ricevono il più delle volte la richiesta di installazione di telecamere. La videosorveglianza, che svolge funzione di deterrenza anche per episodi di teppismo e controllo della viabilità, è già realta in alcune località dell’Ovadese (Cremolino, Belforte Monferrato, Silvano e Castelletto d’Orba) e dell’Alessandrino (Solero, Cassinelle, Frugarolo, Pietra Marazzi e Borgoratto).
Anche nel capoluogo s’è pensato di ricorrere al supporto visivo delle telecamere, o meglio, di raffozzarlo ulteriormente. Ad Alessandria, infatti, sono già presenti 41 telecamere, metà delle quali non funzionanti, secondo il comandante della Polizia Municipale, Alberto Bassani. Al momento, a seguito di alcuni incontri preliminari tra Questura, Comune e Prefettura tenutisi a maggio, non è stato ufficializzato nulla in questo senso.
La succitata maggiore sensibilità dei cittadini riguardo a furti e rapine ha portato anche alla conoscenza e, in alcune occasioni, all’adesione a un nuovo sistema di prevenzione, operativo grazie ai cittadini stessi. Stiamo parlando del “controllo di vicinato”, parente italiano dell’anglosassone “neighborhood watch”, che a prima lettura attira subito un paragone con le “ronde”, ma che in realtà consiste in altro.
Mutuando le parole di Massimo Iaretti, giornalista, consigliere comunale a Villamiroglio e referente regionale del progetto, si tratta di “un progetto dalle enormi potenzialità per il bene comune della cittadinanza, a deterrenza della microcriminalità ed a rafforzamento della coesione sociale nei tessuti sia urbani che rurali”. Il tutto si basa sulla stretta collaborazione con forze dell’ordine e istituzioni e, soprattutto, sulla solidarietà tra i cittadini.
Il controllo di vicinato ha già trovato casa da tempo a San Mauro Torinese, Casorzo (AT), Scurzolengo (AT) e Guarene (CN), oltre che in alcuni centri della Provincia di Alessandria. Nello specifico, si applica questo sistema a Ponzano Monferrato (il primo nella nostra provincia), a Villamiroglio, su mozione dello stesso Iaretti, e nell’Unione dei Comuni della Valcerrina.
Anche ad Alessandria, in particolare nel quartiere Cristo, e a Piovera si sono tenuti nei mesi scorsi incontri con la cittadinanza per farla venire a conoscenza di questo progetto.
Stefano Summa