Trasporto da incubo perla Polizia Penitenziaria del carcere di Vercelli, di scorta a un detenuto slavo trasferito a Ferrara. Racconta la vicenda, avvenuta martedì, il segretario regionale del SAPPE, Vicente Santilli:È stato un incubo per i nostri colleghi, vittime di una aggressività delinquenziale incredibile. Il detenuto, durante il viaggio, ha dato improvvisamente in escandescenza e all’altezza di Alessandria ha iniziato a sbattere violentemente la testa contro le sbarre della cella del furgone, iniziando a distruggere tutto e mangiando pezzi di plastica e ferro di ciò che aveva rotto, tentando di impiccarsi con i cavi delle telecamere interne e aggredendo i poliziotti per fuggire. Una scena folle e surreale, che ha costretto la scorta a chiedere il supporto della Polizia stradale e del personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Voghera, i più vicini al luogo dove era arrivata la scorta”.

Prima di continuare nella narrazione, mi viene da fare una considerazione sulle regole: ma perché i detenuti in trasferimento, all’interno dei furgoni, non sono ammanettati dietro la schiena, con i piedi bloccati, ancorati alla struttura? 

Continua il racconto di Santilli:Il detenuto è stato portato all’ospedale di Voghera e poi dimesso per proseguire il trasferimento a Ferrara. La scorta è arrivata a destinazione, ma il furgone era distrutto per migliaia di euro di danni. E’ folle tutto ciò: fa capire con chi hanno a che fare i nostri poliziotti in servizio”.

La solidarietà agli agenti 

Vicinanza alla scorta del Reparto di Vercelli è arrivata anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che illustra bene la situazione:È sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser“. 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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