Vent’anni fa Uncem già lavorava per pianificare invasi, piccoli e grandi, sui territori montani. Per affrontare la crisi idrica e avere una efficace programmazione.
Già vent’anni fa si invitavano le multi-utilities a investire sulle reti acquedottistiche, per togliere di mezzo le perdite. Oggi ne parlano in tanti e i cambiamenti climatici sono seri, gravissimi, da non sottovalutare.
La crisi idrica oggi in corso impone al Governo, al Parlamento, alle Regioni, alle Multi-utilities di agire. Siamo in ritardo. In questo percorso occorre ridefinire il rapporto tra chi produce e stocca il bene, le aree montane, con chi lo consuma. È un fattore decisivo per le politiche sulla risorsa idrica, ancora incastrate tra cose non fatte da molte regioni, in particolare al Sud, a partire dalla pianificazione, e tribunali delle acque che decidono sopra le teste anche dei sindaci.
Cambiare strumentazione per lavorare meglio e proteggere il ‘bene acqua’ è necessario. Con un’azione che tocchi anche i singoli cittadini.
Le 5 proposte Uncem
- Efficientare
- Pianificare
- Incentivare
- Concertare
- Realizzare