La rete idrica italiana è un colabrodo, con perdite ingenti dovunque

Vent’anni fa Uncem già lavorava per pianificare invasi, piccoli e grandi, sui territori montani. Per affrontare la crisi idrica e avere una efficace programmazione.
Già vent’anni fa si invitavano le multi-utilities a investire sulle reti acquedottistiche, per togliere di mezzo le perdite. Oggi ne parlano in tanti e i cambiamenti climatici sono seri, gravissimi, da non sottovalutare.

La crisi idrica oggi in corso impone al Governo, al Parlamento, alle Regioni, alle Multi-utilities di agire. Siamo in ritardo. In questo percorso occorre ridefinire il rapporto tra chi produce e stocca il bene, le aree montane, con chi lo consuma. È un fattore decisivo per le politiche sulla risorsa idrica, ancora incastrate tra cose non fatte da molte regioni, in particolare al Sud, a partire dalla pianificazione, e tribunali delle acque che decidono sopra le teste anche dei sindaci.

Cambiare strumentazione per lavorare meglio e proteggere il ‘bene acqua’ è necessario. Con un’azione che tocchi anche i singoli cittadini.

Le 5 proposte Uncem

  • Efficientare
  • Pianificare
  • Incentivare
  • Concertare 
  • Realizzare

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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