Nome e cognome Michelangelo Serra
Soprannome da bambino Michi
Stato di famiglia Sposato con figli
Animale da compagnia Cane, un Fox Terrier
Squadra del cuore Alessandria e Torino, debole per la pallacanestro da ex giocatore
Attore/attrice preferito Meryl Streep
Hobby Astronomia, scienza, modellismo, informatica, arte, videogiochi quando ha tempo
Ultimo libro letto “1984” di George Orwell, poi volumi sulle pratiche dei comuni virtuosi, marketing elettorale e social
Cibo preferito Risotto
La vacanza più bella Viaggio di nozze in Cina
Mezzo di trasporto Bicicletta
Tra 10 anni sarò… Libero di finire il mio secondo mandato
Arriva puntuale in bicicletta, alza la serranda e appoggia sulla sedia i biscotti del forno appena comprati. E’ così che si presenta Michelangelo Serra, il candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle. Architetto libero professionista, attivista dal 2012 dell’idea politica di Grillo. Sulla scia di Raggi e Appendino, la prima domanda è doverosa: “Come pensa di fronteggiare il sistema di gestione della cosa pubblica essendo un neofita?” ” E’ nostra intenzione istituire una figura di raccordo tra la dirigenza, i dipendenti, i vari uffici in maniera tale da semplificare la macchina comunale; cercheremo di evitare gli affidi diretti alle solite aziende, valutando unicamente i criteri meritocratici”.
In caso di ballottaggio vi alleereste o accettereste il sostegno di altre liste?
“No, mai”.
Da sempre l’ambiente e la sua tutela è un punto focale dei programmi nazionali e locali della politica del M5S. “Le fibre di amianto – afferma Serra – rilevate nelle acque dei pozzi piezometrici intorno alla cava Clara e Buona rammentano la necessità di maggiori controlli sui camion di Cociv, che trasportano lo smarino proveniente dai cantieri. Accertamenti che l’Arpa deve essere messa in condizione di fare con metodi adeguati che prevedano un controllo dell’Arpa stessa“.
Sulle partecipate, in particolare sull’ex ATM, il candidato del M5S è realistico: la privatizzazione è inevitabile ma ancora come ciò possa avvenire è un punto interrogativo, punto saldo, invece, è la tutela dell’acqua pubblica e il riordino dei trasporti.
Che fare della Cittadella?
“Innanzitutto bisogna recuperarla dal degrado, da architetto dico che è impensabile qualsiasi lavoro se non si ripristinano prima i tetti. La mia idea è quella di recuperare i vari forti presenti in città e una fonte di finanziamento potrebbe essere rappresentato dai 9 milioni Por-Fesr regionali. E’ chiaro che la vocazione di questi luoghi è culturale e didattica ma l’utilizzo finale lo condividerò con i cittadini proprio per la democrazia partecipata che il mio Movimento intende”.
E’ giunto il momento di farsi conoscere, lo accompagniamo in via S. Lorenzo dove con i suoi fidi collaboratori entra in tutti i negozi, si presenta e distribuisce i volantini, il giro termina quando essi finiscono. E’ ora di pranzo e ci ridiamo appuntamento nella sede del M5S in via Migliara 43. Alle 15 c’è già la fila di cittadini che vogliono parlare con il candidato. Riprendiamo la nostra conversazione.
La democrazia partecipata, diretta, come si concretizza?
“Se sarò sindaco istituirò il bilancio partecipato, il consiglio comunale dei giovani e i comitati di quartiere. Questi ultimi, avendo un progetto potranno beneficiare di fondi del bilancio per realizzare quanto proposto, all’inizio sarà poco l’importo ma la cittadinanza così comincia a sentirsi attiva e protagonista della vita di Palazzo”.
Gestione immigrazione, cosa cambiereste?
“Controllare per quanto possibile che le cooperative, le associazioni svolgano secondo i criteri il loro lavoro, premiare chi c’è da premiare e punire chi se ne approfitta“.
Tema sicurezza, cosa funziona e cosa no?
“I vigili urbani sono pochi e il 50% lavora negli uffici, fino al 2018 non sarà possibile fare nuovi concorsi di assunzione; potremo, però, recuperare tutto il sistema di videosorveglianza senza un eccessivo esborso di danaro. E’ mia intenzione creare un’app che possa essere utilizzata dai cittadini per segnalare situazioni di pericolo e degrado, ricevendo una risposta e soprattutto la comunicazione di interventi volti a sanare quanto da loro segnalato”.
Come rilanciare l’economia cittadina?
“Innanzitutto, ostacoleremo le mire espansionistiche della grande distribuzione, attuando una revisione del Piano Regolatore anche riconvertendo aree edificabili in agricole. Una mossa che va ad aiutare il commercio del centro è quella di fare formazione per l’e-commerce dei prodotti di qualità del territorio. Vogliamo puntare su una forte deburocratizzazione delle pratiche per l’avvio di nuove attività. Poi, per attenuare l’effetto della pesante tassazione che colpisce la città, pensiamo di istituire una “no tax area” dichiarando Alessandria “area depressa”, il che permetterà di avere anche fondi nazionali ed europei ed istituiremo un ufficio ad hoc proprio per non perdere i fondi utilizzabili”.
Fausta Dal Monte e Stefano Summa