“No ad esuberi, no a licenziamenti collettivi e ad assunzioni con contratti che ledono salari e diritti” è quello che chiede a gran voce il corteo di dipendenti dell’Ilva di Novi Ligure, riunitisi questa mattina, giovedì 19 ottobre, di fronte alla portineria dello stabilimento in strada Boscomarengo per poi sfilare per le vie della città accompagnati dal Sindaco Rocchino Muliere, assessori e consiglieri del comune novese, il sindaco di Pozzolo Formigaro Domenico Miloscio ed il vicesindaco Felice Pappadà, il senatore Federico Fornaro ed i rappresentanti delle istituzioni sindacali nazionali.
Il secondo sciopero di 8 ore nell’arco di due settimane, per dire no ai 54 esuberi previsti nello stabilimento di Novi Ligure e per esortare a gran voce il governo a riaprire il tavolo delle trattative e discutere delle infelici decisioni della Am InvestCo Italy che ricadranno sui dipendenti . Tra le intenzioni , oltre i 54 esuberi, quella di annullare gli scatti d’anzianità e i vantaggi del contratto integrativo e la riassunzione con il Jobs Act.
Con loro nel corteo anche Rsu e lavoratori della Marcegaglia per protestare contro le condizioni di sicurezza odierne in fabbrica in seguito al grave infortunio avvenuto qualche giorno fa ad uno dei lavoratori dello stabilimento di Pozzolo Formigaro, ed uniti all’Ilva da quella percentuale della Am InvestCo italy che appartiene alla società Marcegaglia.
“Oggi è la giornata dei lavoratori dell’Ilva. – ha dichiarato Salvatore Pafundi, segretario della provinciale della Fim-cisl, aprendo il comizio tenutosi all’interno dei giardini di Viale Saffi – I lavoratori non si possono permettere di passare attraverso un taglio del salario del 30%, non si possono permettere di non sapere se rimangono sotto un’ unica attività produttiva o se chi acquista lo fa con più attività produttive. Sono 14.000 i dipendenti dell’Ilva e 14.000 devono rimanere. Non è possibile che un lavoratore non possa chiedere una giornata di ferie perché la risposta è che non c’è personale. Allora se non c’è personale non c’è esubero e i 54 esuberi a Novi li rimandiamo indietro. ”
A seguire l’intervento di Aldo Gregori – segretario provinciale Uil – che ha sottolineato la crescente mancanza non solo dei diritti ma anche delle tutele sulla sicurezza sui posti di lavoro, e Mirko Rota – coordinatore nazionale della siderurgia della Fiom – il quale ha voluto ricordare l’importanza di questo stabilimento e del settore – “Qui stiamo parlando di una fabbrica, di un nome, di una storia , di un settore che è la colonna portante dell’industria italiana. L’acciaio non è un prodotto vecchio ma lo scheletro dell’industria italiana, per il settore dell’elettrodomestico, automobile, ecc. Vogliano mandare un messaggio al Paese: non si può parlare di sviluppo e di crescita senza fare un’analisi precisa di quello che sta succedendo nei luoghi di lavoro ed in settori come questo decisivo. Noi non ci stiamo a fare la trattativa con queste condizioni” . A conclusione del comizio i lavoratori si sono salutati dandosi appuntamento nel pomeriggio di fronte alla portineria dello stabilimento per il secondo turno di sciopero.
Federica Riccardi