Le celle

Continuano le aggressioni ai poliziotti nelle carceri piemontesi. Solo a sentirle raccontare, si ha la sensazione che le misure restrittive attuali non bastino. O meglio, sono troppo permissive. Va bene re-inserire, ma forse prima bisogna ri-educare. 

Il fatto

Lo scorso 4 aprile un detenuto del carcere di Torino ha aggredito, senza alcun motivo, un poliziotto penitenziario prendendolo per la gola. Poi ha lanciato urina contro altri 2 Assistenti Capo del Corpo. L’incredibile episodio viene denunciato dal segretario regionale piemontese del SAPPE, Vicente Santilli: “Il detenuto psichiatrico, andando in infermeria, ha aggredito un Assistente Capo Coordinatore afferrandolo alla gola. Bloccato e riportato in cella, si è messo a sputare, tirando urina  conservata in una bottiglietta. Noi Baschi Azzurri non siamo carne da macello e non si può più tollerare l’impunità dei detenuti violenti”. 

La denuncia del SAPPE

Tocca sempre a lui, Donato Capece, segretario generale del sindacato, presentare le lamentele ufficiali: “Se non si assumono urgenti provvedimenti, la situazione potrà solo degenerare. La soluzione l’abbiamo già indicata tante volte: espellere gli stranieri detenuti in Italia, per scontare la pena nelle carceri dei Paesi di origine, riaprire gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti psichiatrici, sempre più numerosi. La Polizia Penitenziaria subisce quotidianamente violenze gratuite per l’incapacità di una Amministrazione che non è esente da gravi responsabilità”. 

La domanda a questo punto è spontanea: ma si tratta solo di incapacità, oppure di volontà politica? 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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