Le Terme di Acqui dovevano riaprire a maggio, ma la proprietà Finsystems di Genova ha rinviato a settembre. Preoccupati per il blocco della stagione e per i posti di lavoro in bilico, Regione e Comune hanno convocato la proprietà la settimana scorsa. Ma per ben due volte, lunedì 20 e venerdì 24, l’incontro è saltato per l’assenza del socio di maggioranza genovese.
I rappresentanti della società hanno inviato una lettera, diffusa anche a mezzo stampa, nella quale si citano questioni legali che, però, non attengono le attuali amministrazioni, dal momento che le cause intentate sono della precedente Giunta comunale e la vendita delle Terme è della precedente Giunta regionale.
Regione e Comune e parlamentari
Il presidente Cirio e il sindaco Rapetti hanno confermano la piena disponibilità ad un confronto con la proprietà, ma hanno dato mandato a uno studio legale, esperto in materia di concessioni, di verificare le cose. Secondo loro si profila l’interruzione del servizio di pubblica utilità e la lesione del diritto alla salute, considerato che i trattamenti termali sono oggetto di convenzione con l’Asl.
In questi giorni i parlamentari del territorio acquese, Molinari, Fornaro e Amich, faranno interrogazioni al ministro della Salute Schillaci per verificare che non siano state lese le garanzie sul diritto alla salute legato ai trattamenti sanitari termali.
Le parole
Così il presidente Cirio e il sindaco Rapetti: “Per due volte abbiamo convocato la società Terme di Acqui e per due volte la società ha ritenuto di non presentarsi. I nostri legali verificheranno la possibilità di revoca o decadenza delle concessioni, oltre a quantificare i danni provocati dalla mancata apertura degli stabilimenti. Ma restiamo disponibili all’incontro”.