Oggi, lunedì 20 novembre, è entrato in vigore lo ‘switch-off’ per i videopoker e le slot- machines come previsto dalla L.R. n. 9 del maggio 2016.
La Legge Regionale prevede, infatti, che gli esercizi pubblici che dispongono delle cosiddette ‘macchinette’ rispettino la distanza stabilita in base al percorso pedonale più breve (non inferiore ai 300 mt per i piccoli comuni e ai 500mt per i comuni con popolazione superiore ai cinquemila abitanti) dai luoghi definiti sensibili (istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito giovanile, oratori, istituti di credito e sportello bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi e oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie).
I locali che non rispettano queste norme saranno tenuti a rimuovere tutti gli apparecchi, pena la sanzione amministrativa pecuniaria da duemila a seimila euro per ogni apparecchio. Sono escluse le sale gioco, le sale scommesse comprese le sale VTL e le sale Bingo già esistenti alla data di entrata in vigore della L.R., il cui funzionamento deve comunque rispettare gli orari normati con ordinanza sindacale nell’anno 2016.
“In queste settimane ci siamo tenuti in costante contatto con le associazioni di categoria per garantire agli operatori del settore una chiara e costante informazione – ha commentato l’assessore al Commercio, Riccardo Molinari -. Il provvedimento nonostante i solleciti delle stesse associazioni al Ministero dell’Economia e delle Finanze ed alla Regione Piemonte per l’impatto che questa normativa avrà su numerose attività, non sarà oggetto di proroghe nonostante l’impegno formale preso dal Presidente Chiamparino. Con sommo stupore per le Amministrazioni e per le associazioni di categoria, questa proroga non c’è stata. Auspichiamo una soluzione di buon senso che contrasti la ludopatia, ma che tenga anche conto delle esigenze di tutti quegli esercizi economici come tabaccherie e bar che rischiano la chiusura con una misura così drastica, cosa che nell’attuale contesto di depressione economica non possiamo permetterci”.