L’80%dei consumatori controlla l’etichetta prima di acquistare.
Ma sono ancora troppi i prodotti importati spacciati per italiani.
Arriva l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine per diversi prodotti come la frutta e verdura in busta, noci, mandorle, nocciole ed altri frutti sgusciati, agrumi secchi, fichi secchi e uva secca, funghi non coltivati e zafferano, per evitare che vengano spacciati come Made in Italy prodotti importati dall’estero. Una novità che risponde alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica in etichetta gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare. Si tratta peraltro di prodotti che sono entrati prepotentemente nella dieta degli italiani per la facilità di uso e anche per le proprietà nutritive, dove l’Italia ha peraltro una forte tradizione produttiva di qualità.
Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare il nuovo importante risultato ottenuto dalla maggiore Organizzazione agricola in Europa per la trasparenza dell’informazione ai consumatori, con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale dell’UE del regolamento delegato 2023/2429 per quanto riguarda le norme di commercializzazione per il settore degli ortofrutticoli, per alcuni prodotti trasformati a base di ortofrutticoli e per il settore delle banane.
I commenti
Spiega il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco: “È un ulteriore passo in avanti per la trasparenza. I prodotti alimentari sugli scaffali devono indicare obbligatoriamente in etichetta l’origine della materia prima impiegata. Tuttavia resta sconosciuta in diversi casi, dai succhi di frutta alle marmellate, dai legumi in scatola al pane fino ai biscotti, senza dimenticare l’esigenza di arrivare anche nei ristoranti ad indicare la provenienza di carne e pesce”.
Il percorso di trasparenza sostenuto da Coldiretti è iniziato dalla carne bovina, dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal 1° agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.
Il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco aggiunge: “L’Italia, leader europeo nella qualità, ha fatto da apripista nelle politiche alimentari comunitarie con le ‘etichette salva spesa’ Made in Italy e l’obbligo di indicare la provenienza dei prodotti in vendita, dal latte alla passata di pomodoro, dai formaggi ai salumi, fino a riso e pasta, grazie a decreti interministeriali che devono essere prorogati entro il 31 dicembre 2023”.