Stefano Tacconi, ex portiere di Avellino, Juventus e Nazionale, è nato il 13 maggio 1957

«Il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima» le parole della famiglia.

A un anno di distanza dal triste episodio che ha sconvolto la sua vita e quella dei familiari, Stefano Tacconi ha lasciato l’Azienda Ospedaliera di Alessandria per terminare l’ultima fase riabilitativa in una struttura più vicina a casa.

L’ex portiere di Juventus e Nazionale italiana di calcio era infatti stato portato all’Ospedale Civile il 22 aprile 2022 a seguito di una emorragia cerebrale da rottura di un aneurisma. Dopo essere stato operato dall’equipe del Direttore di Neurochirurgia Andrea Barbanera, con il supporto del neuroradiologo Ivan Gallesio, e ricoverato a lungo prima in Rianimazione, diretta da Fabrizio Racca, e poi proprio nel reparto di degenza, è entrato al Borsalino a luglio e ne è uscito qualche giorno fa a seguito di un intenso lavoro riabilitativo.

«Il percorso di Stefano Tacconi – ha spiegato Luca Perrero, Direttore di Neuroriabilitazioneè stato sorprendente, con un progressivo miglioramento dal punto di vista motorio, respiratorio e cognitivo, grazie alla collaborazione di tutto il team infermieristico e della sua Coordinatrice, fisioterapico, logopedico, psicologico e degli oss. Sicuramente la tenacia, l’impegno, l’umore e la notevole prestanza fisica hanno facilitato il recupero, che in questi mesi ha visto un lavoro costante su tutti i piani, utilizzando sia le palestre sia i laboratori occupazionali della struttura, dove ha espresso capacità e interessi, come quello per la cucina, che erano presenti nella sua vita quotidiana precedente all’episodio traumatico».

All’ingresso al Borsalino, di cui il Direttore del Dipartimento è il Dottor Marco Polverelli, l’ex portiere respirava tramite tracheostomia e con il supporto ventilatorio, oltre a essere nutrito e idratato in maniera enterale. Funzioni che ora sono tutte svolte autonomamente: «Mangia di tutto e in modo autonomo», raccontano dalla Neuroriabilitazione.

La precedente carriera sportiva di Stefano Tacconi e il suo carattere perseverante, come accennato, hanno avuto un ruolo fondamentale nel recupero: «Non solo dal punto di vista fisico, che lo vede oggi camminare con il supporto del deambulatore e alle volte della sedia a rotelle – ha sottolineato il Dottor Perreroma anche nel riacquistare l’ironia e l’autoironia, ricordando molti aneddoti legati alla carriera. Un recupero che è passato anche attraverso l’utilizzo della palla come attrezzo di riabilitazione, la lettura di quotidiani sportivi e la visione dei mondiali di calcio alla televisione, con commenti e battute insieme all’equipe e agli altri degenti».

«Questi ottimi risultati clinici – ricorda Andrea Barbanera, Direttore di Neurochirurgiasono stati possibili anche grazie alla collaborazione tra il neurochirurgo, il neuroradiologo e il neuroriabilitatore. Nel nostro Ospedale sono infatti presenti tutte queste specialità e i professionisti dei diversi reparti collaborano in maniera multidisciplinare e sinergica per il miglior recupero fisico e cognitivo possibile dei pazienti, come è accaduto per Stefano».

Un recupero raggiunto anche grazie alla costante presenza e alla collaborazione attiva dei familiari di Tacconi che, come ha ricordato il Dottor Luca Perrero, «ci hanno aiutati a capire chi era Stefano e come andava preso in carico per un corretto trattamento personalizzato». In particolare la moglie Laura e il figlio Andrea sono entrati indirettamente a far parte del team, ma tutta la famiglia di Stefano ha fatto sempre sentire il suo sopporto nonostante la lontananza da casa.

«Siamo venuti qui da un’altra Regione e ora possiamo dire che il Borsalino ci è entrato nel cuore e nell’anima – ha affermato la famigliaun grazie di cuore a tutto lo staff dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria, a quello del Borsalino e, specialmente, a Laura, la fisioterapista che ci ha seguito dal primo all’ultimo giorno. Ora, in pieno accordo con i professionisti del presidio, proseguiremo il percorso riabilitativo in una struttura più vicina a casa, ma non dimenticheremo mai Alessandria e le splendide persone che ci hanno accompagnato in questo anno».

 

Di Raimondo Bovone

Ricercatore instancabile della bellezza nel Calcio, caparbio "incantato" dalla Cultura quale bisettrice unica di stile di vita. Si definisce "un Uomo qualunque" alla ricerca dell'Essenzialità dell'Essere.

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