In esecuzione di apposita ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del luogo, la Polizia di Stato ed i carabinieri di Alessandria hanno tratto in arresto i fratelli Izzo Antonio, classe 1980, nato a Valenza (AL), Izzo Francesco, classe 1986, nato a Valenza (AL), già noti alle Forze dell’Ordine e Caruso Daniele, classe 1978, alessandrino, ritenuti, in concorso, responsabili, la notte del 26 ottobre 2015, dell’esplosione di circa 60 colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di alcune abitazioni ed autovetture nel quartiere alessandrino c.d. “Cristo”, nonché nei confronti del vicino “bar Alba”. Le indagini, coordinate dal Sost. Proc. D.ssa Marcella Bosco e condotte congiuntamente sia da personale del nucleo investigativo dei Carabinieri di Alessandria che della Polizia di Stato appartenente alla locale Squadra Mobile, hanno, sin da subito, evidenziato elementi indiziari utili, poi sviluppati mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento ed articolate investigazioni tecniche, focalizzando l’attenzione sugli odierni arrestati. In particolare, grazie anche alle numerose perquisizioni domiciliari eseguite nei giorni immediatamente successivi all’evento delittuoso, è stata individuata l’autovettura utilizzata dai criminali la notte del 26 ottobre, peraltro ripresa anche da alcuni impianti di video sorveglianza in loco: il mezzo, un’audi A2 di proprietà di una alessandrina, al momento del fatto era nella disponibilità dell’ex-convivente Izzo Antonio, che, unitamente al fratello, ha percorso più volte le vie del quartiere “Cristo”, esplodendo, intorno alle ore 01.00, circa 60 colpi da un’arma che gli accertamenti balistici individuavano probabilmente in un mitra o pistola mitragliatrice israeliana imi uzi (arma da guerra). Le analisi chimiche svolte dal RIS di Parma sull’autovettura in questione rinvenivano poi nr.65 particelle di piombo-antimonio-bario, residuo di colpi d’arma da fuoco: i riscontri dei tabulati telefonici hanno consentito, inoltre, di associare la presenza degli indagati nel contesto dell’ evento criminoso. Si ritiene, infatti, che all’ origine dell’episodio vi siano motivi esclusivamente passionali, per chiarire i quali gli occupanti dell’ audi A2 si erano recati, con chiari intenti bellicosi, al quartiere “Cristo” per incontrare la controparte, tale o presunta, e, non trovandola in strada, ignorandone il domicilio esatto, hanno iniziato ad esplodere, pressoché a caso, circa 30 colpi di mitraglietta contro le abitazioni ed autovetture circostanti. In una seconda fase, immediatamente successiva, hanno attinto, con altrettanti colpi, il “bar Alba”, verosimilmente perché principale luogo di aggregazione del quartiere, i cui proprietari, assolutamente estranei ai fatti, quella sera avevano eccezionalmente deciso di chiudere in anticipo, senza trattenersi, come d’abitudine, con gli amici più stretti per una partita a carte.
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