La Giunta regionale, su proposta degli assessori Matteo Marnati e Marco Protopapa, ha approvato il 27 marzo la delibera “Disposizioni urgenti per favorire l’invio del siero di latte, tal quale o concentrato, agli impianti per la produzione di biogas”, con la quale si consente l’invio di siero di latte agli impianti di biogas.
Il provvedimento si è reso necessario dal momento che il comparto lattiero-caseario del Piemonte sta vivendo un momento di difficoltà a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
In particolare si registrano le difficoltà dei caseifici nella gestione del siero di latte, che costituisce oltre l’80% in volume del latte caseificato, nella consegna alle imprese di trasformazione. Le criticità sono dovute alla logistica dei trasporti e al blocco di alcune frontiere interne all’Unione Europea e pertanto i caseifici sono ad oggi costretti a stoccare quantità crescenti di sottoprodotto che non possono più delocalizzare ai trasformatori, con il rischio di dover sospendere la propria attività e di conseguenza di dover sospendere anche il ritiro giornaliero del latte dagli allevatori conferenti.
“In questa fase emergenziale è importante trovare l’allocazione delle risorse – sottolinea l’assessore regionale all’Innovazione, Matteo Marnati – che rischiano di non essere utilizzate e quindi sprecate, come il siero del latte. Con questa nuova autorizzazione potremo avere un ritorno energetico fondamentale. Potremmo quindi continuare ad avere un sempre maggior produzione locale dell’energia pulita”.
“Il provvedimento approvato dalla Giunta regionale è una prima risposta alle difficoltà del comparto lattiero-caseario e all’urgenza del momento, in emergenza sanitaria da Covid-19 – precisa l’assessore regionale all’Agricoltura e cibo, Marco Protopapa – perché il latte è un alimento altamente deperibile, prodotto quotidianamente dagli allevamenti, e per limitare la sua produzione occorrono interventi graduali che richiedono un tempo di medio-lungo periodo. L’obiettivo è offrire un’opportunità in più al fine di limitare i danni ai caseifici e le possibile ricadute negative sul settore zootecnico”.