Alla mobilitazione per lo sciopero della fame a staffetta promossa dagli insegnanti, lanciata in occasione dell’anniversario per la strage di Lampedusa del 3 ottobre, hanno aderito anche il ministro Graziano Delrio oltre a decine e decine di senatori e deputati. Ha aderito anche Antonio Russo, segretario di presidenza nazionale ACLI e componente dei Comitati nazionali L’Italia sono anch’io e Ero straniero: l’umanità che fa bene. Giovedì 5 ottobre è iniziato in tutta Italia lo sciopero della fame a staffetta per sostenere la discussione in aula e la fiducia sul provvedimento dello Ius soli da approvare entro la fine della legislatura.
A livello nazionale le ACLI hanno già espresso più volte il loro sostegno allo Ius soli, ora anche noi ACLI della provincia di Alessandria riteniamo che sia importante far sentire la nostra voce per dire “SI allo Ius soli, SI alla legge sul diritto di cittadinanza” per non lasciare senza diritti bambini e ragazzi che continueranno a crescere in Italia con un senso di esclusione determinato da una incomprensibile miopia politica.
Mariano Amico, Amministratore del Sistema ACLI Alessandria, pone l’attenzione sul tema dichiarando – Voglio rivolgermi non solo a coloro che hanno responsabilità politiche e che presto saranno chiamati a decidere le sorti di tanti bambini, ma a tutti coloro che sono di religione cristiana. Come facciamo a parlare da laici cristiani se poi invece di costruire ponti tiriamo su muri di indifferenza e di esclusione. Ma allora qual è il ruolo del cristiano nella società moderna? Per comprendere meglio la questione credo sia importante farci aiutare dalla “Lettera a Diogneto”, il più grande gioiello della letteratura cristiana delle origini, che ci racconta come vivevano i primi cristiani “I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per territorio, né per lingua, né per abiti. Non abitano neppure città proprie, né usano una lingua particolare, … ma testimoniano uno stile di vita mirabile… Risiedono nella loro patria ma come stranieri domiciliati (pároikoi); a tutto partecipano come cittadini e a tutto sottostanno come stranieri (xénoi); ogni terra straniera è patria per loro e ogni patria è terra straniera… Dio ha assegnato loro una missione così importante che essi non possono disertare,” (Lettera a Diogneto V,1-2.4-7; VI,10)
Questo testo, afferma Mariano Amico, è molto attuale, qui non si tratta di discutere se è giusto o meno lo Ius soli, qui dobbiamo capire se è giusto dare identità e dignità umana a queste creature. Quanto odio si sente in questi giorni tra la gente, persone che dicono: “invece di perdere tempo a legiferare su queste cose perché non pensano agli italiani, ai poveri italiani, ci sono tanti problemi in Italia e digiunano per queste cose?…”.
Bisogna dunque capire che in gioco ci sono i diritti fondamentali delle persone e in quanto tali devono essere salvaguardati, perché se non fosse così prima o poi toccherà anche a noi italiani vedere negato un nostro diritto. Pensiamo solo se dovesse accadere ai nostri figli o nipoti essere rifiutati e non riconosciuti all’estero semplicemente perché figli di genitori italiani. La storia si ripete non siamo stati anche noi emigrati in America e in tutta Europa dove sono nati migliaia di bambini e dove hanno trovato cittadinanza? Un bimbo che nasce è sempre un dono per la comunità in cui risiede una speranza per un futuro migliore. Ma tanto presto per noi credenti arriverà il Natale e in quell’occasione ci ricorderemo dei più deboli, dei più poveri e di quei bimbi che muoiono di fame e di guerre in qualche parte del mondo e con qualche ”opera” di beneficienza espieremo le nostre colpe dell’indifferenza dalle nostre coscienze. Si proprio quel Natale dove quel piccolo Gesù non trovò “cittadinanza” e dovette nascere in una stalla.
Con il presente comunicato le ACLI Alessandria vorrebbero fare un po’ di chiarezza sullo Ius soli in quanto vi sono molte notizie non corrette, notizie manipolate a livello politico per sfruttare le paure e i timori dei cittadini.
Con lo Ius soli i bambini nati in Italia da genitori stranieri o arrivati in Italia da piccoli potranno ottenere la cittadinanza italiana prima del compimento dei 18 anni. La nuova legge introduce due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza italiana prima dei 18 anni: lo Ius soli temperato (“diritto legato al territorio”) e lo Ius soli culturae (“diritto legato all’istruzione”).
Lo Ius soli temperato prevede che un bambino nato in Italia diventi automaticamente cittadino italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri:
- deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
- deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
- deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.
Lo Ius soli culturae riguarda il sistema scolastico italiano: potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (ovvero le scuole elementari o medie). I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.
Lo Ius soli è prima di tutto una legge di civiltà nei confronti di tutti quei bambini e ragazzi che frequentano già le scuole italiane e convivono con bambini e ragazzi italiani.