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Trasferta vietata. Per chi ha un po’ di dimestichezza nel mondo del calcio queste due parole non suoneranno per nulla nuove: non passa settimana senza che in un qualche angolo dell’Italia anche una sola partita risulti vietata ai tifosi ospiti.
Ma questa volta il divieto ha dell’incredibile.

Lunedì 18 gennaio allo stadio “Picco” di La Spezia è in programma il quarto di finale di Tim Cup  del calcio italiano: Spezia-Alessandria. Queste due compagini hanno sorpreso tutti sbaragliando la concorrenza e giungendo, tra lo stupore generale, a giocarsi l’accesso alla semifinale, che vedrà la vincente di questo incontro sfidare il Milan.
Sembra una bella favola, e se ci si limita alle analisi prettamente calcistiche lo è realmente, ma purtroppo c’è un “ma”, ed è un “ma” che fa parecchio riflettere.
Ieri mattina un ragazzo di Alessandria affetto da SLA e quindi costretto sulla sedia a rotelle, tifosissimo dei Grigi tanto da seguirli ovunque durante l’anno, ha chiamato la società dello Spezia per informare chi di dovere della sua presenza allo stadio lunedì sera e per capire in quale settore avrebbe potuto seguire la partita. La risposta del funzionario dall’altro capo del telefono lo lascia però di stucco: i disabili non deambulanti non potranno entrare allo stadio lunedì sera in quanto nello stadio non ci sono le condizioni di sicurezza tali.
Questa la risposta. Non una parola di più. Bisognerebbe capire quanto meno però se esiste un’ordinanza che possa sostenere la tesi del funzionario della società A.C. Spezia o se invece questa è una decisone unilaterale presa dalla stessa società.
Il ragazzo però non si perde d’animo e decide di far girare la notizia sui social network con l’intento di smuovere mari e monti e convincere chi di dovere a farlo entrare allo stadio lunedì prossimo. Purtroppo però fino all’ultimo minuto non si saprà se potrà entrare o meno allo stadio per continuare a vivere il sogno dell’Alessandria e della sua tifoseria insieme agli amici di sempre.
Fatto sta che dopo anni di paroloni e di frasi ad effetto, di annunci per riportare le famiglie allo stadio e per rendere quest’ultimi alla portata di tutti e senza barriere, ci ritroviamo ad inizio 2016 con una partita “vietata per disabilità”.

Davide Ravan

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