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L’architettura rappresenta ad oggi una parte importante del “design” di una città, di un quartiere, di un palazzo. L’architetto può migliorare la società dal punto di vista urbanistico e la nostra redazione con il prezioso contributo di Pier Carlo Lava ha posto alcune domande ad uno di loro, Luca Zanon, sul come si potrebbe migliorare la città di Alessandria.

Ad oggi i grandi contenitori urbani come la Cittadella e l’ex caserma Valfrè sono poco utilizzati, quali sono la tue proposte?

E’ sicuramente uno dei nodi cruciali dello sviluppo urbanistico ed economico della città di Alessandria. Non ho una ricetta precisa per il recupero dei grandi contenitori urbani, ma se seguiamo alcuni indirizzi precisi possiamo realmente dare nuova vita a queste strutture. Sono convinto che questi edifici debbano ospitare un mix di funzioni. Basta con le proposte museali (i musei di piccole e medie dimensioni soffrono tutti di un bilancio negativo dei visitatori, e non se la passano bene neanche i grandi poli museali in Italia); e poi museo di cosa?

Analizziamo la Cittadella: lo dice il nome stesso, dimensionalmente è una città a fianco di un’altra città. E allora deve essere trattata come tale, e quindi ospitare destinazioni d’uso diversificate che permettano di viverla durante tutto l’arco della giornata. Quindi bene uffici, caffetterie, ristoranti, sede di istituzioni e fondazioni, scuole, residenze per studenti universitari, un parco, percorsi per il trekking. E’ vero, per recuperare una struttura così grande servono ingenti investimenti economici, che il pubblico non può permettersi (siano essi il Comune o la Regione). Allora come fare per reperire i fondi? O con l’apporti di privati (ma chi investirebbe queste somme ingenti in questo particolare momento storico?) o attraverso la partecipazione a bandi europei (e in questo caso il Comune deve fare la sua parte). Ma non solo. Proviamo a pensare a questa soluzione: immaginare un bando di gestione degli spazi e delle strutture della Cittadella rivolto ai privati: tu, privato, puoi partecipare a questo bando, e se hai i requisiti ti concediamo (per un periodo di tempo limitato) un edificio, un comparto, anche solo una stanza della Cittadella per insediare la tua attività. Tu paghi le spese per il recupero di quella porzione, rispettando le linee guida della Sovrintendenza, in modo da non stravolgere il carattere storico dell’edificio.

Il limite dell’ultimo bando che è stato proposto per la gestione della Cittadella, che prevedeva, appunto, la gestione di tutta la struttura, ha avuto proprio questo limite: è impensabile che un privato si sobbarchi la spesa per il recupero dell’intera struttura, ma se il bando si concentrasse solo su piccole porzioni allora forse la questione cambierebbe. Non è una pratica nuova per l’Italia, perché diversi sono gli esempi, nel nostro paese, di gestioni di grandi strutture attraverso il recupero di alcune parti.

Nel contesto del PISU il Comune ha dei progetti di riqualificazione per il lungo fiume. Tu cosa ne pensi e quali sono le tue proposte?

Alessandria, nel corso degli anni, ha compromesso il rapporto con i suoi fiumi. Dobbiamo assolutamente recuperarlo.

Prima di tutto esiste un problema di accessibilità: oggi non riusciamo ad arrivare a toccare le acque come un tempo, i pochi percorsi che lambiscono il fiume sono scarsamente sistemati, di difficoltoso attraversamento (non solo pedonale, ma anche ciclabile). La passeggiata Sisto non è altro che un ritrovo di tossicodipendenti. Il tragitto si esso fuori o dentro la città, è un percorso a singhiozzo. Dunque, come primo approccio, immaginerei un percorso ad anello (che in parte già esiste) che possa permettere di passeggiare vicino alle sponde, dividendo il progetto tra tratto urbano (più strutturato) e tratto extraurbano (più “naturalistico”). Nel tratto urbano immaginerei una passeggiata a raso del fiume e una serie di collegamenti con la “parte alta” della città costituiti da tribune e scalinate dove la gente possa anche solo sedersi. Il secondo problema è una questione, anche in questo caso, di funzioni: benissimo la sistemazione delle sponde, ma parallelamente dobbiamo individuare e agevolare l’insediamento di attività che possano far vivere le sponde e il fiume. Quindi ben vengano approdi per piccole imbarcazioni, ben venga la navigazione del fiume in alcuni tratti, ben vengano l’insediamento di “bateaux mouches” con bar e ristoranti o anche solo semplici strutture temporanee che permettano di godersi il fiume.

Purtroppo i progetti proposti nell’ambito del Piano Integrato di Sviluppo Urbano (Pisu) non sono andati in questa direzione: se da una parte positivo sarà il recupero del parco a fianco del futuro ponte Meier, dall’altra non è stato previsto alcun intervento per l’accesso al fiume. Si è recuperato il capannone della “Nuova boccia”, con il risultato di avere un nuovo capannone energicamente sostenibile nelle vicinanze del fiume, quando io avrei proposto la delocalizzazione quella struttura, destinando quello spazio a parco. La piazza ipogea sotto il ponte Meier, prevista nel progetto preliminare e definitivo, che poteva configurarsi come un primo tentativo per raggiungere le acque, non verrà realizzata per una questione economica, quando si poteva sfruttare la presenza di un cantiere, di mezzi all’opera e soprattuto di un terrapieno creato per il futuro ponte per poterla realizzare. Insomma, il fiume continuerà a mantenere la sua distanza nei confronti della città ancora per molto tempo.

Luca Zanon si è laureato al Politecnico di Torino, e in seguito ha effettuato esperienze lavorative a Milano, Alessandria e Barcellona. Di ritorno da Barcellona ha deciso di intraprendere l’avventura in solitaria e di aprire il suo studio professionale. E’ sempre stato affascinato da tutto ciò che è segno, sia esso pittura, scultura o fotografia. Ama lo spazio pubblico in tutte le sue forme. Nel 2005 ha fondato le Officine Marcovaldo (www.officinemarcovaldo.com), un collettivo di varie figure professionali che muove la sua ricerca proprio sull’arte nello spazio pubblico. Con altri componenti, ha ideato il festival di illustrazione “Inchiostro” (www.inchiostrofestival.com), oggi alla terza edizione.

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