“Spiace vedere come l’adempimento dei doveri di sindaco venga preso per incoerenza, specie se chi confonde le cose è in malafede e strumentalizza un comportamento che, fin dal principio, voleva essere all’insegna della trasparenza”. Gianfranco Cuttica di Revigliasco, primo cittadino di Alessandria, commenta così le polemiche e le accuse scaturite all’indomani della sua comparsa alla Festa del Sacrificio. “Insisto in particolar modo sulla trasparenza, perché è di questo che si tratta: la comunità cittadina musulmana ha chiesto, per iscritto, l’autorizzazione a poter svolgere l’evento in un’area che era stata loro assegnata dal proprietario della struttura e io, sempre per iscritto, ho concesso loro questa autorizzazione, nel pieno rispetto delle leggi vigenti. La mia risposta, però, conteneva anche due pagine di prescrizioni che prevedevano, tra l’altro, il divieto assoluto di macellare animali”. “Mi sono presentato all’evento – prosegue – proprio per verificare che tutte le prescrizioni venissero rispettate. Con me, l’assessore Cherima Fteita Firial, a capo scoperto, nel pieno rispetto di quella che è la tradizione occidentale. Siamo rimasti una decina di minuti, abbiamo ricevuto un’accoglienza cordiale, seppur sorpresa, e il saluto è stato un momento in cui ho ribadito la libertà di culto e l’importanza del rispetto delle tradizioni di chi ospita. Insomma, quella orchestrata da chi ci attacca, oggi, è una strumentalizzazione bella e buona: sono il sindaco di un’intera città, e come tale rispondo a tutti i cittadini, ma questo non significa che pecchi di incoerenza. Quello che molti hanno confuso con un “omaggio” è semplicemente l’adempimento del proprio dovere di sindaco e la mia comparsa alla Festa del Sacrificio non scalfisce minimamente le mie idee. Come è sempre stato, prima l’Italia, prima gli italiani e un categorico rifiuto dello ius soli”.