All’origine di entrambi i fenomeni vi è ciò che lo stesso Assessore Saitta ha sottolineato: la distorsione fra esigenze dei sistemi sanitari e offerta formativa. A fronte di una richiesta della Conferenza delle Regioni di circa 9400 borse di studio per specialisti, ne sono state finanziate oltre 2000 in meno. Al Concorso SSM 2018, dei circa 15mila che hanno partecipato, più della metà resterà fuori dal percorso formativo, per insufficienza del numero di borse. L’accesso al Corso di Formazione in Medicina Generale, necessario per ottenere contratti a tempo indeterminato, è limitato a poche unità annue pari a 1/5 circa degli attuali iscritti alla facoltà di Medicina e Chirurgia.
L’Assessore Saitta ha risposto alle interrogazioni urgenti dei consiglieri di LeU, Marco Grimaldi e Walter Ottria, rispettivamente sul fenomeno dei bandi deserti nella Sanità pubblica e sulla stabilizzazione dei medici del 118.
Negli scorsi mesi, a seguito dello sblocco del turn over, diverse Asl hanno bandito concorsi per medici specialisti. Tuttavia, in molti casi i bandi per reclutare nuovi medici nei Pronto soccorso – come nei casi dell’Ospedale San Giovanni Bosco, del Maria Vittoria e del Martini – o in vari reparti specialistici – come in altre Asl piemontesi, sono andati deserti.
Per quanto riguarda, invece, il 118, si riscontra un’endemica condizione di precarietà: 77 dei medici che prestano servizio sulle ambulanze sono “convenzionati” con contratto a tempo determinato, con rinnovo annuale e senza garanzie di stabilità.
«L’ipocrisia del numero chiuso a medicina e l’esiguità delle borse per i corsi di specializzazione hanno prodotto un’emergenza nazionale: carenza di medici specialistici nelle aziende sanitarie, soprattutto nelle zone meno urbanizzate, e precarietà strutturale per chi non riesce a specializzarsi» – dichiara Grimaldi. – «L’invecchiamento, la scarsità e il sovraccarico del personale medico stanno già mostrando gravi conseguenze sul servizio pubblico. C’è una sola maniera per fermare questa tendenza: stop al numero chiuso a medicina, tante borse di specializzazione quante ne servono e incentivi per le sedi periferiche».
«Quello del medico in servizio nelle ambulanze è un mestiere estremante delicato, di alta professionalizzazione e che ha un impatto decisivo sulla salute dei cittadini piemontesi» – dichiara Ottria. – «Per questi motivi ci stiamo battendo affinché questi medici siano messi nella migliore condizione lavorativa possibile, salvaguardando la certezza e la continuità nel tempo dei loro contratti. Da tempo chiedo la regolarizzazione dei lavoratori precari attraverso una sanatoria, o tramite l’autorizzazione a frequentare in sovrannumero il corso di Medicina Generale».