Ennesimo, interminabile tavolo di confronto per fronteggiare l’emergenza ‘peste suina africana’ (PSA), avvenuto in settimana a Roma fra Cia-Agricoltori Italiani e il commissario straordinario Vincenzo Caputo.
Nel corso della riunione il commissario ha dichiarato l’impegno del governo a eradicare la peste suina con l’abbattimento dei cinghiali dalla zona infetta entro 36 mesi, con l’intervento nelle operazioni di bio-regolatori (nessuno sa cosa siano e come funzionino). Caputo, poi, ha chiesto la collaborazione delle aziende agricole per la gestione delle carcasse, per superare il problema anche economico dello smaltimento.
I problemi
Così il presidente CIA Piemonte, Gabriele Carenini: “Bisogna ridurre drasticamente il numero dei cinghiali in circolazione e occorre far ripartire al più presto le aziende che sono ferme. Chiediamo che vengano messi in campo tutti gli strumenti per sradicare la malattia”.
Per Cia, il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, di prossima emanazione, deve puntare sull’eliminazione rapida degli ungulati nelle aree agricole, allo scopo di limitare la diffusione della malattia.
E il presidente nazionale CIA, Cristiano Fini, rincara la dose: “La situazione è gravissima. Bisogna agire prima che si arrivi al blocco della circolazione dei prodotti di salumeria, riducendo la pressione dei selvatici con abbattimenti organizzati e sistematici. Servono risorse e operatività immediate, prima che le conseguenze siano devastanti per il settore suinicolo, che fa 11 miliardi di fatturato e in cui lavorano 70.000 addetti”.
Gira, gira, gira, tutti parlano e nessuno spara. Sono 2 anni che se ne parla e che si adottano soluzioni ridicole che servono a nulla.
E magari si ammazzano i maiali sani negli allevamenti. La sensazione è che nessuno voglia dare il ‘via libera’ alla caccia, unica soluzione sensata. E i cinghiali aumentano.