L’Unione Europea ha ufficializzato l’estensione della “zona rossa” in provincia di Alessandria, in relazione all’emergenza della Peste Suina Africana (Psa).
“Allucinante. Una decisione allucinante. Ma che ne sanno a Bruxelles dei cinghiali e dei problemi che portano? Perché non capiscono che per risolvere il problema bisogna abbattere i cinghiali, malati e non, riducendone il numero? Invece no. Si uccidono i maiali sani degli allevamenti. Ma ci rendiamo conto che (metafora) per combattere il fumo si tende ad eliminare il tabaccaio?”
La posizione di CIA Alessandria
Cia Alessandria critica duramente il provvedimento europeo e ritiene molto gravosa la situazione che si crea. Spiegano la presidente provinciale Daniela Ferrando e il direttore Paolo Viarenghi: “La notizia era nell’aria da qualche giorno e purtroppo si è verificata. Queste decisioni sono assunte senza alcun tipo di condivisione con gli interessati e la rappresentanza delle Organizzazioni, calate dall’alto in assenza di concertazione”.
Cia si è mossa anche a livello nazionale, chiedendo via Pec un incontro formale urgente con il Commissario straordinario Vincenzo Caputo. Nessuna risposta.
Cia Alessandria insiste nel ritenere opportuno un piano di abbattimento per l’eradicazione (ricordando gli allevamenti di suini sani azzerati e i cinghiali infetti liberi nei boschi). Aggiunge Alessio Abbinante, presidente regionale Anuu Migratoristi Piemonte: “Data la gravità della situazione, siamo in attesa di conoscere la ‘exit strategy’ di cui nessuno ha informazioni. Il problema è venatorio, agricolo ed economico. La strategia europea finora ha solo aggravato la situazione“.