Il presidente nazionale Uncem, Marco Bussone, afferma: “Uncem è disponibile a lavorare con Governo, Parlamento, Professioni e Imprese per nuovi strumenti economico-finanziari statali che incentivino la rivitalizzazione del vecchio e insicuro patrimonio edilizio italiano. Nelle città come nei paesi. Ci vogliono soldi, a fondo perduto o in prestito agevolato, per rendere gli immobili più sicuri, antisismici, con materiali a basso impatto prodotti sui territori. Come legno a metri zero, cemento e mattoni green, che non consumino energia”.
Una bella dichiarazione di intenti, certamente, ma non così facilmente realizzabile, visto che la coperta è sempre corta.
Cioè non ci sono soldi.
Ma Brussone prova a spiegarsi meglio: “Non basta sostituire una caldaia, qualche infisso, fare cappotti di polistirolo, se poi l’edificio è fragile. Finora è stato così. Altri Paesi europei dietro le Alpi hanno preso una seria via di rivitalizzazione, da decenni. Qualità architettonica, programmazione, impatto ambientale e consumo energia zero. Dobbiamo riuscirci anche noi. Vale per il patrimonio pubblico, a partire dalle scuole, e per il patrimonio edilizio privato, a partire dall’edilizia convenzionata. Quello che deve essere abbattuto, venga rifatto. Con criteri ZEB. Zero consumo energetico, antisismici”.