Quando il Vescovo di Tortona, Mons.Vittorio Viola, ha benedetto il pane realizzato con il grano antico San Pastore, il momento di riflessione e di festa si è trasformato in qualcosa di più, nella soddisfazione di aver creduto in un progetto e poterne toccare con mano i risultati.
Il primo raccolto e, oggi, il profumo del pane appena sfornato, per celebrare e ricevere la benedizione su questo frutto della terra e del lavoro dell’uomo.
“Come Consorzio siamo particolarmente soddisfatti, non si tratta solo di aver raggiunto un obiettivo ma la certezza di aver visto giusto, è il risultato di un gioco di squadra determinate per proseguire su questa strada. Il primo raccolto ha già dato importanti soddisfazioni, siamo tornati a fare agricoltura come un tempo riscoprendo la vera essenza del nostro lavoro, custodire la terra per produrre alimenti sani: da qui è nato il desiderio di creare un consorzio nazionale principalmente legato a questa varietà”: parole di Cristina Poggio, presidente del Consorzio Nazionale Produttori San Pastore dette al termine dell’iniziativa che ha visto in piazza Gavino Lugano l’allestimento di mercato straordinario di Campagna Amica, organizzato per l’occasione. Una vetrina d’eccezione per far conoscere e dare il benvenuto a quello che è stato battezzato Pane Grosso di Tortona, realizzato attraverso il recupero del frumento tenero San Pastore, il grano più diffuso in Italia e “ritrovato” dopo oltre sessant’anni, attraverso la panificazione con lievitazioni naturali. Il Pane Grosso di Tortona è un pane 100% San Pastore con lieviti madre anch’essi di San Pastore. Il nome deriva dalla moneta che il comune di Tortona fu autorizzato a coniare da Federico II, tale e tanta era l’importanza della città come granaio dell’impero. Il Grosso di Tortona è un pane di circa un chilo di forma rotonda con impresso un taglio a simboleggiare la stella a otto punte che porta a convergenza sia la stella impressa sulla moneta sia quella dello stemma vescovile della Diocesi di Tortona.
La prima Festa del Ringraziamento del grano San Pastore e del Pane Grosso di Tortona si è svolta ieri e ha visto la partecipazione del Consorzio tutela Vini Colli Tortonesi, Consorzio salame nobile del Giarolo, Strada del vino e dei sapori dei colli tortonesi, Consorzio pesca di Volpedo, Consorzio della ciliegia di Garbagna, condotta Slow Food del Tortonese (con i presìdi: Bella di Garbagna, Montèbore, Salame delle valli tortonesi, Fragola profumata di Tortona, Razza varzese-ottonese-tortonese) e per la prima volta il Consorzio Nazionale Produttori San Pastore e i panificatori del Grosso di Tortona tutti insieme per dare il benvenuto al Pane Grosso di Tortona.
“Iniziative come questa rappresentano un’importante opportunità non solo per il territorio ma per la tutela e la salvaguardia del prodotto vero Made in Italy. – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Alessandria Roberto Paravidino – Questo è veramente un grano del territorio, fortemente legato alle tradizioni di questa terra. Il comparto cerealicolo sta vivendo un momento non facile, l’annata che ci lasciamo alle spalle è da ricordare come una delle peggiori non per qualità ma per il prezzo, l’andamento congiunturale sfavorevole ha penalizzato fortemente il settore agricolo. Per non parlare dei danno procurati dalla siccità che sta facendo registrare rese inferiori del 30% a causa della ridotta disponibilità idrica. Non dobbiamo dimenticare che l’81% dei consumatori italiani ritiene che la mancanza di etichettatura di origine nella pasta possa essere ingannevole, progetti di valorizzazione a filiera corta rappresentano una risposta in attesa di azioni concrete in arrivo da Bruxelles».
«La Città di Tortona è soddisfatta dei risultati ottenuti – ha sottolineato il Direttore Coldiretti Alessandria Leandro Grazioli – poiché territorialmente è da sempre al centro di un’area vocata alla coltivazione dei cereali. In un momento di grande crisi economica come Coldiretti siamo orgogliosi di far parte e veder crescere un progetto che sostiene e valorizza questa vocazione, che realizza un forte collegamento con la realtà agricola con l’obiettivo della qualità e salubrità degli alimenti. La formazione di un gruppo di ricerca e di innovazione su un tema così rilevante è una grande occasione di sviluppo territoriale. ».