È l’immagine del surf quella che, per i 114 minori tra i 10 e i 19 anni che hanno preso parte al rapporto “Vite a colori”, sintetizza nel modo migliore esperienze, percezioni e opinioni vissuti durante la pandemia di Covid 19 in Italia. Un’immagine che ben evidenzia la necessità di relazioni solide per affrontare il percorso di crescita in mezzo ai mari agitati della pandemia.

Curato dall’Istituto di ricerca Unicef “Innocenti” di Firenze, il rapporto è stato presentato questa mattina nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris, sede dell’Assemblea legislativa piemontese, moderato dalla garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra e con il contributo di insegnati e allievi dell’Istituto comprensivo scolastico statale di Pianezza (To).

“L’irrompere della pandemia – ha ricordato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia aprendo i lavori – ha sconvolto la vita quotidiana di tutti, soprattutto delle generazioni più giovani. Se in molti casi ha contribuito a far maturare i giovani più in fretta, in altri ha fatto emergere paure, fragilità e insicurezze. L’augurio e l’auspicio è che l’anno scolastico appena cominciato possa procedere in modo regolare e che i ragazzi, e non solo loro, possano tornare a vivere una vita ‘normale’”.

I presidenti dei Comitati italiano e piemontese di Unicef Fondazione Onlus Carmela Pace e Maria Costanza Trapanelli hanno sottolineato la necessità di rimediare “al vuoto creato e ai danni inferti ai teenager dalla pandemia” mentre Elisabetta Milazzo dell’Ufficio scolastico regionale ha evidenziato che la pandemia ha indicato tante criticità della scuola e strade possibili per innovarla e migliorarla.

La garante Serra ha introdotto la presentazione della ricerca sottolineando che chiedere ai minori la loro opinione non è un atto di cortesia “ma una necessità, una leva per consentire agli adulti di agire per trovare soluzioni capaci di far prendere forma sempre più compiuta e concreta ai loro diritti”.

Le ricercatrici Maria Rosaria Centrone Francesca Viola, coadiuvate dai minori Massimo Carlo Bonomi e Michele Mazzoleni, che hanno preso parte alla ricerca, hanno spiegato che “Vite a colori” ha coinvolto 114 minori di 16 regioni italiane ed è stata realizzata anche in Canada, Angola, Cile Lesotho, Madagascar e Indonesia.

Il titolo, hanno spiegato, deriva dalla riflessione di un partecipante di 15 anni, che ha osservato che la vita, durante la pandemia, “è stata regolata dai colori… un giorno non sapevo se potevo uscire o no perché non sapevo che colore fossimo”.

Le riflessioni dei ragazzi hanno portato all’individuazione di alcuni macro temi su cui invitare adulti e coetanei a interrogarsi: riorganizzazione della vita quotidiana dovuta alla pandemia, riorientamento negli spazi di vita e nelle relazioni sociali, crescita e superamento dei disagi legati all’emergenza, percezione del futuro come singoli e come componenti di una generazione. E ha portato alla realizzazione di un tool kit per aiutare gli insegnanti ad affrontare tali argomenti e a creare spazi d’ascolto.

Gli allievi dell’Istituto scolastico comprensivo di Pianezza, guidati dal dirigente scolastico Maurizio Sparagna, hanno approfondito e declinato le tematiche emerse ponendo domande, in particolare, ai presidenti degli Ordini regionali degli psicologi Gianfranco Marenco e degli assistenti sociali Maria Teresa Buscarino, che hanno evidenziato come “non di rado sia stata sottovalutata e non riconosciuta la sofferenza dei minori durante il lockdown, a cominciare dall’improvvisa carenza di gran parte delle caratteristiche di socialità che fanno di un teenager un teenager e gli consentono di crescere”.

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha concluso i lavori ricordando ai ragazzi che “la pandemia ha insegnato a tutti, e in particolare ai più giovani, che certi diritti non sono scontati. Andare a scuola, fare sport, uscire con gli amici sono diritti che vanno conservati e tutelati nella consapevolezza della loro importanza. È fondamentale usare bene il tempo a disposizione per raggiungere un livello di vita che consenta di realizzare la propria personalità”.

Di Fausta Dal Monte

Giornalista professionista dal 1994, amante dei viaggi. "La mia casa è il mondo"

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