Una settimana dopo aver rilevato da Claudio Valnegri la società di Volley femminile di Acqui Terme (appena retrocessa in B2), il neo patron Stefano Negrini ha fatto la prima mossa, ingaggiando il nuovo direttore tecnico. Un grande nome, non c’è dubbio: Luciano Pedullà.
Il curriculum
Di tutto rispetto: un europeo con l’U19 azzurra, un’European Silver League alla guida della nazionale rumena, una Coppa Italia con l’AGIL, due coppe Italia di serie A2 con AGIL e Sassuolo, una Coppa CEV con l’Asystel Novara, in cima ad una carriera trentennale guidando club di massima serie e nazionali. Pedullà avrà piena responsabilità operativa del vivaio, col compito di coordinare tutto lo staff tecnico e atletico. Il suo sarà un ruolo a 360°, con l’obiettivo di costruire qualità e quantità per valorizzare al massimo le atlete attuali, attrarre nuovi talenti e fornire alle giovanissime il miglior percorso sportivo possibile nel territorio.
L’intervista
Conosceva già la realtà femminile di Acqui Terme?
“Conoscevo la realtà di Acqui Terme sia perché ho allenato Letizia Camera a Novara, sia per il mio trascorso come selezionatore regionale giovanile. Cerco sempre di tenermi aggiornato a 360° sul mondo della pallavolo. Grazie a mio figlio ho iniziato anche a seguire l’ambito maschile, dove gli atleti lavorano con una visione più ampia, anche per ragioni fisiche e tecniche”
Ha già un’idea della sfida che dovrà affrontare?
“Allenare le giovani non è una sfida ma un divertimento, perché si costruiscono i fondamentali. Si cerca di dare entusiasmo e passione. La mia visione dovrà essere molto ampia perché sarà un nuovo inizio, anche se non da zero. Ma per un tecnico la sfida c’è sempre, in qualsiasi sport. Gli allenatori sono sempre sotto esame, quindi qualsiasi incarico è una sfida”.
Che lavoro farà?
“Nell’ultimo anno non ho allenato, sono andato a vedere allenamenti di varie società, ho seguito i campionati giovanili, mi sono confrontato con colleghi di altissimo livello per capire le migliori metodologie per lavorare coi giovani. Cercherò di trasmettere la mia esperienza, sia alle atlete che a tutti gli allenatori e membri dello staff”.
Nonostante la sua esperienza, lei ha detto che continua a frequentare corsi e ad aggiornarsi. È un messaggio per gli allenatori più giovani?
“Io insegno all’Università di Milano, di conseguenza ho il dovere di conoscere ciò che insegno, aggiornandomi di continuo. Altrimenti insegnerei cose legate al passato che magari non avrebbero senso nella pallavolo moderna. La pallavolo si evolve, anche se l’abolizione del cambio palla e l’introduzione del libero sono stati cambiamenti epocali“.
Come sarà strutturato il suo progetto-Acqui?
“Vorrei seguire tutte le giovanili, come feci 2 anni fa ad Orago, quando impostavoil lavoro dalla serie B all’under 13. Davo incarichi generali agli allenatori. Qui ad Acqui, oltre la direzione tecnica, vorrei allenare in prima persona l’U14 perché questa età è la base di partenza del nostro futuro. Ho chiesto di essere presente agli allenamenti già a giugno per analizzare la situazione e strutturare il lavoro di tutte le squadre.”
Quali sono gli obiettivi a breve, medio e lungo termine?
“Le ragazze devono trovare il divertimento e la gioia di fare una determinata attività. Se questo lavoro riuscirà già al primo anno, formeremo giocatrici ottenendo risultati, ma non sarà facile, perché in Piemonte ci sono molte società che lavorano bene. Dobbiamo costruire con serenità, poi parleranno i risultati”