Così il presidente nazionale Uncem, Marco Bussone, ha fatto il punto della situazione sulle eccessive presenze di turisti sulle montagne italiane, sottolineando alcuni particolari:
“La parola over-turismo non mi piace. È poco adatta a quel che sta succedendo. Perché i flussi sono molti, ma solo in alcuni periodi dell’anno. Ridistribuirli non è semplice. Dalle Cinque Terre si può entrare nel territorio, ma anche questo è da studiare. E costruire con i tour operator. Non ci piacciono le invasioni di luoghi ad alto valore naturale e paesaggistico. Come nel Gran Paradiso o a Castelluccio di Norcia, dove togliere le auto e mettere sempre navette elettriche è necessario. In quota si va senza auto. Sul turismo in montagna abbiamo sempre detto che devono occuparsi anche le città, dalle quali salgono i turisti. Averne consapevolezza almeno. E impostare sistemi di promozione che partano proprio dalle aree urbane. Dicano anche i Sindaci di Milano, Pescara, Torino, Verona che se ‘compri in valle, la montagna vivrà’. Combattiamo insieme la desertificazione commerciale. È assurdo che ci sale a Misurina o nelle Valli di Lanzo porti tutto da casa. 20 euro a persona, al giorno, spesi in un negozio o in un bar del territorio alpino o appenninico, ‘salvano’ quel paese. Sui territori occorre introdurre forme di regolazione dei flussi. Già ci sono in diverse aree. Moltiplichiamoli. Nessuno impedisce di mettere più aree parcheggio in quota a pagamento, sistemi di prenotazione on line di parcheggi e accessi ai passi alpini, anche delle aree pic-nic a pagamento in più. Non può sempre essere tutto gratis. Cifre minime. A Biccari c’è la prima area ZTL forestale, e lo stop al parcheggio selvaggio sul Lago Pescara. Al Pian della Mussa, 180 metri slm, le auto pagano il parcheggio. Giusto. Chi ha detto che la montagna non può avere le proprie ‘strisce blu’? Senza alcuna speculazione, ci sono già buone sperimentazioni. I Sindaci e i Comuni in forma associata possono almeno recuperare qualche risorsa per la pulizia dei territori. È decisivo e necessario. La montagna non può più essere gratis, valvola di sfogo delle città che ne prendono tutti i benefici, dal clima all’acqua. Siano anche i Sindaci delle aree urbane, uscendo dai loro 15 minuti, a definire relazioni e costruire legami”.
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