Ritornare liberamente a giocare con i suoi amici e compagni di scuola, ricominciare a vivere spensierato come dovrebbe fare ogni bambino di 7 anni. Questo ha significato l’intervento eseguito dal Centro Aritmologico della SC di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria diretta da Gianfranco Pistis, per un piccolo paziente affetto da tachicardie frequenti.
Il caso di questo bambino, infatti, era piuttosto complesso e difficile da controllare solamente attraverso l’utilizzo di due farmaci specifici, in quanto le alte dosi associate causavano un livello di stanchezza tale da impedire al bimbo le attività ricreative e sociali. Spiega il dr. Pistis: “La tachicardia era causata da un “cortocircuito elettrico” dovuto ad un problema congenito: al determinarsi di particolari condizioni, la via elettrica anomala iniziava a condurre l’impulso elettrico insieme alla via normale generando un cortocircuito e provocando così la tachicardia. Il Centro Aritmologico dell’Azienda ha deciso di intervenire effettuando un’ablazione, ossia una procedura che ha lo scopo di “bruciare” la via anomala in un punto lungo il suo tratto, in modo che l’impulso elettrico non possa più passare e la tachicardia non possa più manifestarsi. Si tratta di un intervento molto delicato perché, oltre al fatto di non poter operare a cielo aperto, è richiesta una notevole precisione dato che la via anomala ha uno spessore di pochissimi millimetri e il cuore di un bambino è più piccolo di quello di un adulto, elemento che rende il tutto ancora più difficile”.
L’ablazione ha richiesto l’utilizzo di un elettrocatetere introdotto lungo la via femorale destra fino all’atrio destro del cuore; tuttavia, poiché la via anomala era situata nelle camere di sinistra, tra atrio e ventricolo, è stata necessaria la puntura transettale attraverso la quale si è fatto passare l’elettrocatetere dall’atrio destro all’atrio sinistro, producendo così un minuscolo foro nel setto che divide i due atrii, fino a farlo arrivare alla via anomala e bruciarla. Va sottolineato, inoltre, che l’intervento è stato eseguito con una “procedura a raggi zero”, senza l’utilizzo cioè dei raggi X, ma servendosi invece di sistemi di navigazione ad alto livello tecnologico, in linea con il progetto “Raggi zero” a cui già da qualche anno ha aderito la Cardiologia dell’Ospedale di Alessandria al fine di evitare l’esposizione di categorie sensibili, come bambini e donne in gravidanza o in età fertile, ai raggi X.
L’ablazione è stata un successo che ha permesso al bambino di sette anni di cominciare una nuova vita, di rinascere. Questo ottimo risultato in ambito sanitario e umano, è stato raggiunto grazie alle sofisticate tecnologie applicate, all’esperienza dei cardiologi del centro e alla sinergia con professionisti di altre specialità coinvolte nell’intervento.
Il Centro Aritmologico di Cardiologia dell’Azienda, punto di riferimento per l’intera provincia di Alessandria, effettua ogni anno circa 450 procedure tra ablazioni e impianti di defibrillatore e pacemaker nel paziente adulto, ma negli ultimi due anni ha iniziato anche l’attività di aritmologia pediatrica con l’obiettivo di dare una risposta positiva ai bambini affetti da aritmie costretti in precedenza a spostarsi presso altri centri specializzati.