Il piano aziendale della Asl che oggi viene presentato in Regione prevede la chiusura del reparto di oncologia dell’ospedale di Tortona, rimarrebbe unicamente come supporto alla senologia. Il termine italiano “ supporto” é sinonimo di “sostegno”, aiuto, per qualcos’altro. La struttura di Oncologia di Tortona non é di “sostegno”, sta in piedi da sola e da oltre 10 anni é una struttura dove il personale medico qualificato si occupa di pazienti oncologici , e non solo di donne con tumore della mammella .
L’obiettivo di una oncologia é quello, se possibile, di guarire e se tale obiettivo non é perseguibile, dare una dignità e una qualità di vita buona ai pazienti nonostante le terapie. In ambedue i casi il ruolo dell’oncologia non è di supporto ma di attore protagonista.
L’oncologo si assume la responsabilità del percorso di quel paziente, e questa é una responsabilità vera, concreta, non di supporto che l’oncologo si assume nel momento in cui imposta una terapia con potenziali effetti tossici o decidendo di non effettuarla.
La dicitura individuata é estremamente riduttiva, sminuisce , snaturandolo, il lavoro dell’oncologo; non dimentichiamo che senza l’oncologia in molti casi la chirurgia non raggiunge gli obiettivi prefissati. La chirurgia e l’oncologia devono lavorare in maniera sinergica: non esiste una buona chirugia senza una buona oncologia e viceversa. E a Tortona questa é sempre stata una realtà. Se la Struttura Complessa di Novi si chiama Oncologia perché la struttura ,anche se semplice, di Tortona non deve chiamarsi Oncologia? Perseguono forse due finalità diverse? Non credo.
Se l’obiettivo é quello di dare un nome a una scatola allora chiamatela come volete ma ricordatevi che la scatola di Tortona é tutt’altro che vuota e i pazienti meriterebbero un po’ più di rispetto e forse anche i medici e il personale dell’Oncologia di Tortona.
Fausta Dal Monte
