“Pur consci che la salute delle persone sia fondamentale e che vada salvaguardata – spiega il presidente Cia Alessandria Gian Piero Ameglio -, siamo molto preoccupati per le conseguenze che il nuovo Dpcm avrà sulle nostre strutture agrituristiche. Lo stop alle 18 equivale, in pratica, alla chiusura delle attività, che non potranno sostenere i costi di apertura con i soli proventi del pranzo. Gli introiti nei giorni feriali hanno, infatti, un’incidenza molto ridotta rispetto a quelli determinati dalla fascia oraria che va dalle 18 alle 21″.
“La misura del Governo – sottolinea il presidente – non tiene, inoltre, in nessun conto delle garanzie di distanziamento sociale offerte dagli spazi in piena campagna e metterà definitivamente in crisi un settore che era faticosamente in ripresa dopo mesi di lockdown, con un danno a livello nazione fin qui stimato da Cia-Agricoltori Italiani in 600 milioni. Se a queste ingenti perdite di quote di mercato si aggiungeranno i prevedibili effetti delle nuove misure restrittive, assisteremo, dunque, a un’ecatombe di fallimenti con ricadute disastrose per i 100mila addetti del settore”.
“Il nuovo Dpcm – conclude il presidente di Cia Alessandria – avrà anche un impatto fortemente negativo per tutte le aziende agricole che hanno come unico sbocco commerciale il canale dell’Horeca – ristoranti, bar, mense, hotel – e che pagheranno un conto salato per la contrazione delle forniture di cibo fresco a tutto il comparto dell’agroalimentare “fuori casa”, in un Paese in cui circa un terzo dei consumi viene realizzato lontano dalle mura domestiche”.