Durante il periodo di massima emergenza da Covid-19 si sono ridotti di molto i ricoveri per problemi cardiaci e infarto, ma i pazienti arrivati all’Ospedale di Alessandria erano in media più gravi. Partendo da queste osservazioni gli operatori sanitari di Cardiologia mettono in guardia i cittadini: non trascurate eventuali segnali di allarme a causa della paura generata dalla pandemia, che ha modificato le abitudini.
“Dai nostri dati emerge che, rispetto allo stesso periodo del 2019, si è avuta una riduzione dei ricoveri per emergenze coronariche di circa il 40% – ha spiegato il dr. Gioel Secco.
“Dal momento che questo calo non è giustificabile con spiegazioni biologiche – ha specificato il primario di Cardiologia, Gianfranco Pistis – riteniamo che sia riconducibile alla paura delle persone di recarsi in ospedale per la possibilità di contrarre il ‘virus’. Questa idea le porta a sottovalutare i sintomi che in condizioni normali consigliano invece di chiamare il 118. Abbiamo inoltre osservato che i pazienti giunti in Ospedale presentavano spesso condizioni cliniche più gravi, proprio per il ritardo nella diagnosi e nell’intervento. Le patologie come l’infarto miocardico e le sindromi coronariche acute sono, infatti, ‘tempo-dipendenti’, e la tempestività di trattamento è indispensabile per la sua efficacia, potendo garantire un buon recupero nel breve termine e una buona prognosi sul lungo termine”.
Il consiglio, dunque, resta quello di prestare la massima attenzione negli spostamenti e nei
comportamenti, rispettando le direttive del Ministero della Salute e dell’Interno in relazione alla diffusione del Covid-19, ma anche non sottovalutare i sintomi che fanno sospettare una patologia cardiaca acuta. In tal caso occorre chiamare il 118 e, se il sospetto viene confermato, farsi condurre in emergenza in ospedale dove i protocolli e i dispositivi adottati garantiscono una valida protezione contro il ‘coronavirus’ e, soprattutto, gli operatori potranno intervenire nei tempi corretti per curare il paziente.